I carabinieri li perquisiscono e “spuntano” un autocarro rubato, un’arma e numerose munizioni
Finisce ancora una volta in cella una strettissima conoscenza delle forze dell’ordine di Corigliano Calabro. E questa volta si tira dietro pure il fratello, operaio incensurato.“Attore principale” è ovviamente il 35enne Giovanni Arturi, “comparsa di rispetto” invece il suo germano 38enne, Giuseppe.
I fatti. Ad operare sono i carabinieri della Compagnia cittadina diretta dal capitano Pietro Paolo Rubbo, i quali, nel tardo pomeriggio di mercoledì, si presentano al cospetto di Arturì, in contrada Apollinara, per una perquisizione domiciliare.
Si tratta di una delle tante perquisizioni cui lo stesso Arturi, pluripregiudicato e sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, viene frequentemente sottoposto da parte delle forze dell’ordine.
Va da sé che questa volta si tratta d’un blitz “mirato” da parte degl’investigatori dell’Arma in forza al locale Nucleo operativo guidato dal tenente Giuseppe D’Alessio.
A seguito degli accuratissimi e “piliferi” controlli, da un garage in uso ad entrambi i fratelli “spuntano” due oggetti interessanti e di opposte dimensioni: un autocarro e una pistola.
Il mezzo è provento d’un furto.
E’ stato infatti trafugato da un cantiere di Tarsia appena lo scorso 29 settembre ed il proprietario – un 23enne del luogo – ne aveva denunciato il furto proprio ai carabinieri.
La pistola invece – una calibro 22 con due caricatori e perfettamente funzionante – è risultata illegalmente detenuta e con la matricola abrasa.
Non solo. Già, perché i militi hanno rinvenuto pure un consistente quantitativo di cartucce dello stesso calibro: ben 350.
I fratelli Arturi sono stati dunque immediatamente dichiarati in arresto per i reati di ricettazione e detenzione abusiva di armi e munizioni in concorso tra loro.
Ammanettati e condotti in caserma per le formalità di rito ed informato dei fatti il magistrato di turno presso la Procura di Castrovillari, l’inquirente ha disposto per entrambi la traduzione in carcere, in attesa dell’udienza di convalida degli arresti e del più che probabile processo con rito direttissimo.