Il «conflitto d’interessi» del consigliere Baffa sarebbe stata una montatura della maggioranza per arrivare all’imminente estromissione dell’ingegnere Vercillo dai Lavori Pubblici
Come fosse una “repubblica autonoma e indipendente”, il Comune di Corigliano Calabro fino a qualche mese fa era dotato d’un “Articolo 31-bis” che campeggiava nello statuto comunale recitando che «Agli amministratori e loro parenti o affini sino al quarto grado è vietato ricoprire incarichi ed assumere consulenza o appalti presso enti ed istituzioni dipendenti o comunque sottoposte al controllo ed alla vigilanza del Comune».
A ben leggere si trattava d’una giusta disposizione tesa ad evitare il sorgere di conflitti d’interesse che già la politica e i loro rappresentanti istituzionali – prima ancora d’ogni eventuale disposizione del genere – dovrebbero evitare di far sorgere.
L’“Articolo 31-bis” tuttavia è stato “spazzato via” lo scorso 30 aprile con voto quasi unanime da parte del Consiglio comunale.
Già. Su proposta di qualcheduno che – finalmente – s’è accorto che lo statuto comunale non può confliggere con le leggi dello Stato e che le cause d’esclusione dalle gare d’appalto possono essere soltanto dettate da fonti normative, vale a dire quelle relative al “Codice degli appalti” e ad altre disposizioni di legge vigenti in Italia.
L’11 giugno scorso una commissione di gara d’appalto del Comune esaminava l’offerta presentata da una ditta la cui titolare era strettamente legata familiarmente ad un consigliere comunale e ne deliberava la non ammissione «per il divieto di cui ai sensi dell’articolo 31 bis dello statuto comunale vigente» (l’articolo era però già stato abrogato).
All’indomani dell’esclusione, la titolare della ditta trasmetteva il preavviso di ricorso e la richiesta di autotutela, evidenziando l’illegittimità della propria esclusione dalla gara d’appalto.
Il 24 luglio il Tar della Calabria ritiene fondato il ricorso e l’accoglie.
Così la “Manutenzione straordinaria della viabilità comunale” in questi giorni sarà appannaggio della “Edilcamp Sas” di Maria Concetta Capalbo, madre di Alfio Baffa, consigliere comunale della maggioranza civica di centrodestra che sostiene il sindaco Giuseppe Geraci.
E con buona pace dei capigruppo della stessa maggioranza, Antonio Ascente, Giuseppe Turano e Giampiero Dardano.
I quali, il 30 giugno, invitavano pubblicamente il loro consigliere a dare le dimissioni dal gruppo di maggioranza «per conflitto d’interessi» ma non lo invitavano a dimettersi da consigliere comunale (fosse stato di minoranza ovvio che il conflitto vi sarebbe stato lo stesso).
Nella vicenda un “ruolo chiave” l’ha svolto il presidente della commissione di quella gara d’appalto, l’ingegnere Franco Vercillo responsabile del settore “Lavori pubblici” del Comune.
Il quale, secondo le solite indiscrezioni che fuoriescono dai corridoi del Municipio, sarebbe stato indotto in errore proprio dai “diktat politici” d’una maggioranza che oggi premerebbe più che mai per la sua sostituzione.
Avanza infatti prepotentemente l’ipotesi che il sindaco Geraci da qui a brevissimo potrebbe nominare l’ingegnere Antonio Durante a ricoprire l’incarico di responsabile dei “Lavori pubblici”.
E il «conflitto d’interesse» di Baffa si risolverebbe tutto in una cervellotica montatura per “far fuori” Vercillo…{jcomments off}