Vi era un tempo nel quale, adolescenti e giovanotti, signorine e intere famiglie, amavano passeggiare nel quartiere nuovo di Corigliano Scalo: contrada San Francesco. Edifici in costruzione, tanto verde ben curato, una graziosa villetta con fontana, insomma una zona davvero gradevole. Un tempo fino a non molti anni fa.
Poi, colui il quale accompagna purtroppo le sorti di questo comune, ossia il degrado, prese il sopravvento anche in quel luogo, e lo portò ad essere a sua immagine e somiglianza. Verde bistrattato, i pochi arredi urbani divelti, il buio e l’abbandono. E così anche quell’ingresso alla contrada per chi arriva a piedi da via Nazionale assunse connotati tetri e desolanti.
Il famoso “Pontino”, tanto caro ai giovani e ai meno giovani, compagno di giochi e di avventure, di amori e di scioperi, è malinconico perché lasciato solo. Il campetto che sorge nelle immediate vicinanze è, addirittura, coperto da foglie ed erbacce, tali quasi da coprire un lato del “Pontino” stesso. Oltre al cattivo odore e alla inesistente illuminazione, quindi, si è aggiunto degrado ad altro degrado, sconsigliando a donne, anziani, bambini di fare quattro passi in tutta serenità.
È davvero triste scorgere quel tratto di territorio in simili condizioni. Quel fogliame che quasi copre la visuale la dice lunga sull’assenza di piccoli-grandi interventi che, se effettuati, cambierebbero davvero il volto in termini di civiltà. Oggi, invece, in luogo del Bello registriamo l’ennesima nota amara: quella della vergogna per chi ci costringe a vivere così, in balia delle onde e della rassegnazione.
GIORDANO BRUNO