Si dice una cosa ma in realtà se ne fa un’altra, l’Unione dei due comuni è vista e vissuta dai nostri rappresentanti istituzionali come un rischio per il proprio potere politico. Ecco allora che viene rimandata sine die. E Corigliano sarà costretta ad essere sempre di più la Periferia di Rossano proprio grazie ai nostri campioni della politica locale
In questi giorni si è molto discusso della c.d. Area urbana. Un ‘tema’ molto caldo e tanto importante già nei termini prima ancora che nella sostanza. D’altronde i tempi mutano e tanti cambiamenti si sono affermati tanto a livello legislativo, con il nuovo TUEL, quanto a livello sociale e quindi economico e politico, e dunque ecco che la ‘fusione’ (o come si dice in gergo tecnico l'”Unione”) dei due comuni più grandi della provincia di Cosenza è qualcosa non di avveniristico ma di strategico,
poiché permetterà alle due entità sociali di avere una maggiore visibilità nella geografia politica regionale e nazionale e soprattutto di avere maggiore potenzialità di sviluppo oltre che un certo potere contrattuale da porre nel piatto delle ‘scelte’ politiche che vengono prese nei palazzi che contano. Quindi è un bene che si parli in maniera intensa, così come sta avvenendo nelle ultime settimane. Però, e c’è sempre un però come in tutte le questioni importanti e complesse, c’è una questione di “volontà” (politica) che manca. Infatti c’è molta ipocrisia ad aleggiare su questa situazione.
Come sempre più spesso accade negli ultimi anni la politica propriamente detta, cioè quella istituzionalizzata, e con questo facciamo riferimento in primis al Sindaco, gli assessori, il presidente del consiglio comunale e tutti i riferimenti istituzionali che gravitano attorno alla Maggioranza politica che regge le sorti politico-amministrative della nostra Citta’, a parole dicono tante cose belle e condivisibili già per principio ma, poi, nei fatti, cincischiano, trattano, prendono altro tempo, rimandando le decisioni all’ordine del giorno, col fine esclusivo di non fare niente di tutto quello che si è detto.
Tutta colpa della paura, non della paura di sbagliare che è umana ma di perdere la propria poltrona e/o il proprio pennacchio di sindaco, di vice sindaco, di presidente del consiglio, di assessore etc. etc. etc. E quindi arrivati al dunque, si disattendono persino gli impegni istituzionali presi pubblicamente, come quello preso dal nostro Sindaco davanti all’ultimo consiglio comunale tenuto in forma congiunta tra le due massime assise delle rispettive cittadine (tenutosi in quel di Rossano) e cioè di convocare e tenere a Corigliano, nella prima giornata utile dopo la pausa estiva, il Consiglio comunale per deliberare gli atti amministrativi per dare impulso all’iter per la realizzazione della “Unione” dei due comuni.
Fatto sta che il Sindaco di Corigliano ha disatteso l’impegno preso, e il consiglio comunale di Corigliano si è tenuto in forma “solitaria” parlando e disquisendo del nulla, anzi celebrando il “patto” voluto dal sindaco, battezzato da tutti i consiglieri comunali di Maggioranza e di Minoranza (eccetto qualcuno che ha posto dei ‘rilievi’, dei perché).
L’Area Urbana non va fatta, questa la verità nascosta da Geraci e dall’onnipresente on. Giovanni Dima. Infatti sarebbe stato proprio quest’ultimo, almeno le voci del Palazzo sono queste, a imporre la decisione di prendere tempo per allontanare e così, almeno per il momento, rimandare le procedure per istruire l’iter per la realizzazione dell’Area Urbana… magari dopo le regionali se ne ritornerà a parlare… nel frattempo però ci saranno le elezioni politiche e quindi ci sarà, per forza di cose, un nuovo rinvio.
Questi sono i fatti al netto delle chiacchiere e delle riflessioni “particolareggiate” . Il resto sono bugie travestite di verità. Si vive il tempo della ipocrisia più becera e più sfrontata. Ma questo è il segno del nostro tempo, il tratto distintivo di questa Compagine politica che ‘guida’ la Citta’.
E allora ecco, che, ancora una volta, ci dimostriamo essere indietro rispetto ad altri territori, rispetto a Rossano. Anzi vi è da dire che abbiamo palesato anche una brutta caduta di stile. E un’altra lezione, di converso, ce l’ha impartita l’ex sindaco di Rossano Geppino Caputo, allorquando, dopo la candidatura di Geraci alla Presidenza della Provincia, è stato l’unico a esprimersi in termini positivi.
Tutte cose, atteggiamenti, sotterfugi, determinazioni e situazioni create, direttamente e/o indirettamente create dai nostri amministratori, che ci pongono, sin da adesso, nell’immaginario collettivo come il paesello, la periferia della vicina Rossano.