È opportuno e doveroso intervenire nuovamente sulla recente notizia dell’annullamento della Fiera Jonica da parte dei suoi organizzatori. Intervenire non per spirito di emulazione, ma perché perfettamente consapevole del ruolo basilare e della funzione trainante che questa importante manifestazione, ormai giunta alla sua quindicesima edizione, riveste per la città di Corigliano, per l’intera Piana di Sibari, per la Calabria tutta.
Grazie all’abnegazione dei promotori, la Fiera Jonica ha acquisito prestigio ed autorevolezza ed è divenuto appuntamento consueto ed atteso sia dai numerosi operatori del turismo, del commercio, dell’impresa, dell’industria, dell’artigianato che espongono presso i padiglioni della Fiera stessa (molti dei quali provenienti da altre regioni), sia dalle migliaia di cittadini del comprensorio (e non solo) che si recano di anno in anno a visitare e visionare le attrattive e le novità.
Adesso, non s’intende puntare ancora una volta il dito contro qualcuno o contro qualcosa ma, più pragmaticamente, affermare un concetto, ritenuto assai condivisibile da quanti tengono a cuore le sorti della Fiera: il Comune di Corigliano non c’è e non c’è stato, nulla ha fatto per tentare di arginare e superare le difficoltà e dar vita ad un impegno corale per salvare l’edizione 2014 della manifestazione.
Eppure tale questione, così dirompente nella pubblica opinione e che tanto sconcerto e amarezza ha suscitato nella cittadinanza, aveva tutto il diritto di dirimersi positivamente. Corigliano non può permettersi di perdere anche quest’ultimo baluardo, vitale per l’economia e la socializzazione. Ma chi ricopre ruoli istituzionali dimentica, molto spesso, che quest’ultimi sono transitori e non acquisiti per eredità o titoli dinastici.
GIORDANO BRUNO