Il rinnovo del Consiglio Provinciale – pur se conforme alle disposizioni governative che, di fatto, ne cambiano modalità di elezione e composizione – si avvicina. Fervono dunque le trattative tra sindaci ed esponenti politici d’ogni risma e, di egual passo, aumentano le aspirazioni di questo e quell’altro consigliere comunale a sedere nei banchi, certamente più prestigiosi, dell’Assise cosentina.
Il clima d’attesa e di preparazione è medesimo tra i partiti politici e di città in città della provincia. Ciò vale anche per la nostra Corigliano, nel cui territorio albergano sogni e speranze, aspettative e illusioni, tutte legittime e sacrosante dal punto di vista umano. Sotto l’aspetto più squisitamente politico, però, il discorso radicalmente cambia: c’è da fare i conti con le reciproche aspettative e l’amicizia, in questi casi, non di rado va a farsi friggere.
Succede così che nella maggioranza consiliare, indicante il sindaco Geraci quale futuro Presidente della Provincia, candidatura non accolta favorevolmente da nessuno per non dire del tutto ignorata, si celino rancori e gelosie, invidie e doppiezze, pettegolezzi e tradimenti. L’umano consorzio, che abbiamo incontrato in tante pagine di letteratura, si manifesta in tutta la sua interezza, finanche nelle miserie e nelle bassezze.
Lotte intestine si consumano in queste ore e in questi giorni di preludio al Consiglio Provinciale che verrà. Tanti, troppi galli nel pollaio, ma i posti sono pochi e da ripartire saggiamente. Taluni consiglieri vicini a Geraci già s’immaginano in giacca e cravatta nel Palazzo cosentino, ma al contempo, gonfi d’orgoglio, già ostentano sicurezza altri colleghi di maggioranza, questa volta però appartenenti alla cordata Dima.
Come si concluderà la partita? Qualcuno perseguirà l’obiettivo o il disegno prefisso è destinato a rimanere semplicemente un miraggio? Boh! Certo è che, ad oggi, mancano candidature unitarie, sono assenti figure di riferimento, latitano convergenze su questo o quell’esponente. E dire che la chiamano “maggioranza”!
GIORDANO BRUNO