Ignoti, durante la notte tra martedì e ieri, si sono introdotti nel piazzale d’un deposito-magazzino per la trasformazione e la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli ubicato in contrada Santa Lucia di Corigliano Calabro, dove hanno appiccato fuoco ad una catasta di cassette di plastica per la frutta di proprietà del titolare dello stabilimento stesso.
Un atto incendiario di chiara matrice intimidatoria nei confronti di quest’ultimo, Raffaele Carbone, imprenditore 70enne originario del Napoletano ma da quasi quarant’anni residente ed operante a Corigliano Calabro con la sua ditta ortofrutticola all’ingrosso che negli anni è “cresciuta” grazie al suo personale impegno e a quello dei suoi dipendenti e collaboratori e che oggi ne fa un’azienda solida e affermata sul mercato nazionale dei prodotti ortofrutticoli.
Sul posto, allertati dallo stesso titolare della ditta e dai residenti vicini, sono intervenuti i Vigili del Fuoco del distaccamento di Rossano e i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia diretti dal tenente Giuseppe D’Alessio.
L’atto criminale della scorsa notte, pur non avendo provocato un danno consistente in termini economici, è da leggere come un atto gravissimo per la carica intimidatoria di chi ha voluto colpire sul piazzale – chiuso da una cancellata – della ditta Carbone col sicuro scopo di lasciare un minaccioso “avvertimento” per l’immediato futuro al suo titolare.
Un gesto incendiario dai contorni certamente oscuri per chi fa cronaca.
Di migliore o “facile” lettura per chi lo ha subìto, che nella mattinata di ieri è stato sentito a sommarie informazioni testimoniali da parte dei carabinieri i quali hanno assunto le indagini tese a far luce sull’episodio.
Sulla “pista” o le “piste” seguite, le bocche degli stessi inquirenti sono cucitissime coi cronisti.
Tuttavia – com’è assai noto – a queste latitudini un atto di natura incendiaria nei confronti dei beni d’un imprenditore nella stragrande maggioranza dei casi porta la firma dei “signori del pizzo”.