Incontro, a distanza di pochi giorni, complice la vacanza estiva, un alunno di liceo e un compagno di adolescenza ed oltre. Li rivedo dopo più di dieci anni. L’uno vive a Milano, l’altro in Germania. Per fortuna, stanno bene e mi rallegro. Nell’abbraccio c’è tutto: la gioia del ritrovarsi, la commozione per l’affetto immutato, la tristezza per il tempo trascorso.
L’alunno mi riporta alla scuola che fu, il compagno al paese scomparso. In quella scuola e in quel paese non era tutto paradiso; c’erano, anche, tratti di purgatorio, con povertà e ingiustizie, doppiezze e baronaggi. Quella scuola, però, e quel paese, pur con le loro contraddizioni, avevano un filo conduttore, un senso ed un cuore. Pulsavano. C’erano anche la goliardia e la passione, ma s’univano al senso del dovere e dell’appartenenza. Pur coi loro limiti, in quella scuola e in quel paese c’erano ‘soggetti’, ‘riferimenti’ e ‘ruoli’, con dignità, conoscenze e prospettive. Ve ne sono anche oggi, ma son come palme nel deserto … Ohimè! Mi son perso.