Anche il mondo della pesca calabrese è in subbuglio per le promesse non mantenute da parte del governo per ciò che attiene gli aiuti annunciati nei confronti di un comparto che da alcuni anni ormai si dibatte in una crisi economica ed occupazionale davvero drammatica. Così i pescatori calabresi annunciano la piena adesione allo stato di agitazione con presidio da tenersi a Roma il prossimo 24 settembre proclamato da Fai, Flai e Uila pesca.
“Era il 29 luglio 2013 – spiegano in una nota le tre organizzazioni sindacali – quando finalmente dopo mesi si riuscì a firmare il verbale di accordo per la cassa integrazione in deroga 2013 per il settore della pesca, sbloccando i 30 milioni di euro che servivano in parte a liquidare le richieste inevase degli anni precedenti e in parte a garantire, per l’anno 2013, un sostegno al reddito ai lavoratori di un settore che soffre di una profonda crisi. Era il 3 luglio 2014 – prosegue la nota – quando si è firmato l’accordo per l’attivazione della cassa integrazione in deroga per il 2014 che, come per l’anno precedente, stanziava 30 milioni di euro utili anche a coprire il mancato pagamento delle istanze relative al 2013, da corrispondere ai lavoratori interessati entro la, ormai passata, pausa estiva. Siamo a settembre e di queste risorse non c’è traccia! Nuovamente denunciamo una situazione di grave irresponsabilità da parte di coloro che, incuranti dei risvolti che tale leggerezza ha su migliaia di persone, grandi lavoratori e padri di famiglia, procedono indifferenti verso altri obiettivi ritenuti evidentemente più importanti. Eppure – così termina la nota – a questi lavoratori si è richiesto di rispettare le regole, di interrompere l’attività nuovamente per il fermo biologico, e al tempo stesso di non percepire reddito, mentre agli armatori è stato già erogato l’indennizzo dovuto”.
Giacinto De Pasquale