Dal Blog un invito: l’Amministrazione comunale “intitoli” la Biblioteca Comunale alla memoria di Enzo Viteritti
Parlare e confrontarsi è qualcosa di salutare, sempre, per le persone, per ogni entità sociale: è sinonimo di crescita, di maturità e di emancipazione civile. Di più: è Democrazia. Su questo non ci piove. Però, nel farlo, occorre restare connessi con la realtà, cioè ogni cosa deve essere mossa dal “principio di realtà” altrimenti si parla giusto per parlare, si dice giusto per dire o, come nel caso di qualche ‘nostro’ Assessore comunale, si scrive giusto per occupare la “scena” e, magari, autoconvincersi, della propria esistenza istituzionale.
Vedete, la mia convinzione, culturale prima ancora che ideale, è che, chiunque abbia la responsabilità di un ruolo amministrativo deve adoperarsi al meglio per studiare, analizzare, pensare le “questioni” (problemi, istante e possibilità da perseguire) che afferiscono al proprio ambito istituzionale di riferimento in maniera tale che possa agire concretamente; costruendo nuovi paradigmi, producendo atti, realizzando e mettendo a frutto il proprio tempo: apportando elementi e spunti di crescita, permettendo alla propria Comunità di raggiungere nuove altre migliorie urbane.
Invece qui, da noi, a Corigliano (ma questo non è una pecca-difetto solo di questa compagine politica), i nostri amministratori continuano ad anteporre l'”ipotetico” al “reale”, l’astrattezza alla concretezza, l’incubo al sogno, la promessa all’agire, il comunicato stampa all’atto amministrativo… Ergo: si parla, si parla, si parla ma, poi, non si fa nulla di vero, di concreto, di quanto viene detto.
Perché dico queste cose? Perché ciò che è sotto i nostri occhi e che vediamo e viviamo ogni giorno ha dell’assurdo, e con questo mi riferisco a tutte quelle situazioni sociali e pubbliche, anche in termini di disservizi, che, quotidianamente, si palesano nella realtà cittadina e con i quali, ahinoi, siamo costretti a vivere o, meglio ancora, a conviverci che è peggio. E, a fronte di tutte queste criticità, frutto di un’apatia amministrativa cronicizzatasi nel tempo e che, ancora oggi, tendono a prevalere sul ‘bene comune’, i nostri cari assessori con il nostro caro sindaco ‘escono’ in piazza, con comizi o con comunicati vuoti e futili, comunque privi di ogni concretezza, distante dal principio di realtà.
E così facendo, accompagnano questo loro improduttivo “atteggiamento” imperniato dal “verbo” che rimanda al futuro… “vedremo”, “faremo”, “cercheremo”, “realizzeremo”… mai che pronunciano il verbo presente… “ho fatto”, “ho realizzato”, “ho compiuto…”. Niente. ‘Tutto’ si rimanda al futuro, tutto si sposta in avanti, nelle cose da realizzare nel tempo. Nel frattempo però, per forza di cose, tutto resta fermo. Immobile. Ma questa è la loro ‘regola’ amministrativa, questa è la nostra normalità.
La cosa che più mi ha colpito, giusto per restare in “tema” di “realtà”, è la “dichiarazione” che il nostro Assessore alla Cultura ha rilasciato appena qualche giorno fa a proposito della Biblioteca comunale “Pometti”. Infatti, questi, a seguito delle forti critiche registrate su questo preciso ‘punto’ e pervenute da più “ambienti”, ad iniziare da quello studentesco e della scuola, ha prodotto l’ennesimo comunicato disquisendo del nulla, proponendo il solito modello amministrativo basato sulla chiacchiera, sulla promessa.
E considerando il valore del nostro patrimonio libraio, pensando che la nostra città ha 1.500 studenti universitari sparsi in giro per gli atenei nazionali con alcune eccellenze anche sparse per il mondo, è difficile fare propria l’idea che questa ‘realtà’ non è fruibile o addirittura in pericolo di estinzione (giacché molti libri sono addirittura andati perduti, o forse non è vero?), difficile prendere atto che la Pometti non risulti più inscritta nell'”Albo” regionale del sistema bibliotecario nazionale.
Ecco le critiche, ecco le menzogne che vengono diluite con le parole belle e utili solo a celare la vera realtà dei fatti, e cioè che la Pometti versa in uno stato indecente. La nostra Biblioteca Comunale costituita, tra l’altro, da molti e preziosi fondi librai oltre che da diversi manoscritti inediti, versa in uno stato pietoso, indegno per quello che racchiude nella sua “entità”: libri accatastati come se fossero sacchi di patate o mucchi di pietra. E allora di cosa stiamo parlando?
D’altronde non è che ci si poteva aspettare di più, dal momento che il Sindaco Geraci in accordo con l’Assessore Mingrone ha affidato il compito di “decodificare” e catalogare i testi, libri e le riviste a un’ex dipendente comunale collocato già in pensione. E già questo è un agire la dice lunga… non molto in linea con il principio della realtà… poiché lo “stipendio” sarebbe stato più giusto (da un punto di vista etico m anche amministrativo) erogarlo a un giovane laureato che avesse competenze accademiche pertinenti… e nella nostra città ce ne sono davvero tanti. E certamente sarebbe stato anche facile individuarne (attraverso una selezione pubblica) uno. E invece si è preferito restare fermi, anzi ritornare al passato… quello stesso passato che ha già oltraggiato e appesantito l’esistenza di quegli stessi libri, e che, oggi, aspettano ancora di essere spolverati, catalogati e sistemati tra gli scaffali e finalmente restituiti alla loro storia, al proprio valore!
I libri, egregio Assessore Mingrone vanno custoditi in questo modo, cioè rendendoli fruibili e non lasciandoli all’incuria del tempo, alla muffa di uno scantinato.
E allora di cosa va parlando il nostro Assessore Mingrone? Ci offre il solito ‘verbo’… faremo, vedremo, realizzeremo… e intanto tutto tace, fermo e immobile e desolato più di sempre. L’Assessore Mingrone questo ha fatto, questo ha detto… cioè cose scontate e anche condivisibili sul piano della riflessione. Come dire: è ovvio che i libri vanno catalogati e inseriti in un sistema digitale e informatico, decodificati per i vari ambiti e sezioni archivistiche per renderli fruibile, c’era bisogno che ripetesse papale ciò che gli viene richiesto di fare?!
E allora, avviandomi alla conclusione, ecco: l’assessore Mingrone, se fosse stato mosso e supportato da un altro agire e intendere il proprio ruolo amministrativo, magari avrebbe affidato la “gestione” della Biblioteca non ha un attardato signore di terza età bensì a un giovane con competenze accademiche che spaziassero dall’informatica alla storia; magari invece di fare il solito piagnisteo della serie… “il Comune non ha soldi” (cosa che ormai è diventato un alibi per giustificare ogni inefficienza) avrebbe potuto attivarsi e predisporre un progetto per partecipare ai tanti bandi che, l’altro anno, l’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria ha bandito proprio per la valorizzazione dei beni culturali e, tra questi, proprio le biblioteche; avrebbe potuto poi, ancora, partecipare a quei bandi, regionali (anche qui ci sono tanti fondi europei oltre che “governativi”) che avrebbero potuto portare a prestare servizio, presso la stessa biblioteca comunale, dei giovani laureandi in discipline umanistiche… Tutte cose che un assessore avrebbe dovuto già fare, altro che “ridondare” i soliti e vetusti discorsi volti alle buone intenzioni. Anche perché di queste cose e atteggiamenti ne abbiamo, ormai, le tasche fin troppo piene. Basta promesse: agite, operate, amministrate per quello che vi compete. Non potete continuare a riscaldare la sedia e a “riscuotere” pure lo stipendio, abbastanza oneroso, che il Municipio vi garantisce in qualità di amministratori.
Colgo, tuttavia, questa occasione per lanciare all’Amministrazione comunale una proposta-invito: intitolare la Biblioteca comunale alla memoria di Enzo Viteritti; persona esemplare e cittadino dalla grande sensibilità culturale e civile – prematuramente scomparso circa un anno fa – che ha profuso molte energie per “fare” cultura, creando e realizzando molte iniziative in questo “campo”. Ecco questo ritengo che sia un dovere morale prima ancora che culturale e politico, se poi non volete farlo con la Biblioteca “dedicategli” un altro “luogo” simbolo (una strada, una piazza, una sala comunale, una scuola o quello che volete voi, l’importante è che prendete questa iniziativa. Almeno questa!).