Ieri lungo la strada di contrada Apollinara l’ennesimo episodio: l’automobilista vittima s’è presentato in caserma dai carabinieri per la denuncia ma…
Da mesi a Corigliano Calabro in lungo e in largo su ogni strada del vasto territorio vanno in scena e spesso vanno a segno le truffe cosiddette “dello specchietto”. Ad agire non è una sola banda organizzata bensì più bande di truffaldini “cani sciolti” che vivono con gl’illeciti proventi di tale facile espediente.
Funziona così: un ignaro automobilista percorre la sua strada e ad un certo punto ode un rumore, una sorta di tenue “scoppio”, probabilmente provocato da un qualche innocuo tipo di petardo.
Quasi sempre la vittima non dà alcun peso alla cosa e continua la propria marcia, fintantoché non viene fatto fermare da qualcuno che con la propria auto lo sorpassa dopo avergli fatto segnalazioni col clacson o coi fari abbaglianti.
L’automobilista preso di mira arresta quindi la marcia e dall’altra parte viene fatto presente d’avere lo specchietto dell’auto rotto in seguito all’improbabile urto avvenuto pochi istanti prima.
A questo punto può succedere di tutto.
Capita che l’ignaro automobilista si convinca d’aver “toccato” l’altra auto – magari dopo aver constatato qualche segno sospetto sulla propria – e in questo caso la truffa è già andata a segno.
«Per così poco non conviene denunciare il sinistro all’assicurazione, poi le aumenta il premio: mi dia cento euro per il danno e la chiudiamo qui».
Capita, invece, che l’automobilista vittima non voglia sapere “ragione” alcuna dell’inesistente sinistro stradale e allora ci si ferma a discutere ma ad un certo punto i truffatori mollano la presa per evitare di “dare troppo nell’occhio”.
E capita, pure, che l’automobilista vittima afferri il proprio cellulare e minacci di chiamare i vigili urbani o i carabinieri: in tali frangenti i truffatori rimontano immediatamente in auto e questa diventa un “razzo”.
C’è chi dopo il fatto dai carabinieri ci va sul serio per formalizzare una denuncia con tutti gli elementi del caso al fine di dare avvio ad un’attività d’indagine.
E capita che i carabinieri si limitino soltanto a “prendere appunti” non formalizzando alcuna denuncia che possa dare serio corso a un’indagine vera con relativa “informativa” alla Procura.
Ed è esattamente quello che è capitato nella mattinata di ieri a F.B., un pensionato 65enne del luogo.
L’uomo s’è recato presso la stazione dei carabinieri di Corigliano Scalo intenzionato a denunciare in modo dettagliato quanto gli era successo poco prima mentre era alla guida della propria Renault Clio lungo la strada provinciale “Mordillo” nei pressi della contrada di Apollinara ma dalla caserma è uscito con un pugno di mosche.
Il pensionato era stato fermato da «un uomo e una donna giovani, entrambi biondi e d’origine straniera, bulgari o forse rumeni, con loro v’era pure una bambina pure lei bionda. Erano a bordo d’una berlina Ford con targa straniera: hanno provato a truffarmi con la scusa dello specchietto rotto ma io non li avevo urtati affatto. Quando ho detto loro che avrei chiamato i carabinieri sono risaliti immediatamente a bordo della loro auto dileguandosi velocemente».
Sulla strada nei pressi della frazione di Cantinella ad un altro pensionato, G.G. di 84 anni, negli ultimi mesi è capitata la stessa cosa per ben tre volte: l’uomo è stato inseguito dai truffatori fin sotto la propria abitazione di contrada Mandria del Forno. Ma alla vista dei parenti della vittima designata gli stessi si sono velocemente allontanati.
Numerosi altri episodi si sarebbero registrati anche lungo il tratto coriglianese della trafficatissima Statale 106.
Il “fenomeno” però sembra non meritare alcuna attenzione investigativa…