Il Sindaco Geraci in carica da poco più di un anno cerca già qualche via di “fuga” che lo possa collocare “altrove”, in qualche “posticino” istituzionale più tranquillo e forse, o soprattutto, al riparo da questa valanga di malcontento che in questi mesi – con il suo discutibile atteggiamento politico improntato all’isolazionismo e al pressapochismo, con i risultati o gli effetti che in citta’ sono ben visibili da tutti – egli ha incredibilmente seminato e prodotto in maniera copiosa e nefasta per tutto il territorio. Ma non sempre si puo’ e si riesce a scappare dalle proprie responsabilità.
Questo posticino istituzionale, questo altrove potrebbe essere – stando a quanto abbiamo letto in questi giorni – la Presidenza dell’amministrazione provinciale. Ma finora questa sua autocandidatura non ha sortito nessun effetto: è stata completamente ignorata. Dai territori non si è sollevata nessuna considerazione in merito. Infatti eccetto l’ex sindaco di Rossano Caputo che ha definito questa prospettiva come interessante, nessuna altra voce si è fatta sentire in merito.
Tuttavia vi è da dire che, in questi mesi il Governo nazionale prima aveva pensato di abolire questa istituzione territoriale poi, però, come spesso accade alla politica è dovuto ritornare sui propri passi, si è ritenuto di ridimensionarla. E con questa riforma, però, oltre a tagliare e comprimere molte funzioni che prima aveva, gli organi politici, Presidente e consiglio provinciale, non sono eletti più direttamente dai cittadini, bensì dai sindaci e i consiglieri dei 153 comuni che la costituiscono. In sostanza si è fatto un passo indietro di almeno vent’anni, quando tutto si decideva nel Palazzo.
Ma il punto non è questo. Il punto della discussione sta nel “principio” e cioè : il nostro Sindaco invece di profondere tutte le energie e l’impegno possibili per risolvere le tante problematiche che imperversano in citta’, e di cui lo stesso ne è in qualche modo responsabile o perlomeno corresponsabile pensa già di “andarsene”, pensa già di collocarsi in qualche altra “sede” istituzionale.
E’ vero che la sua aspirazione seppur legittima non trova riscontro nella concretezza delle cose, o meglio nella geopolitica provinciale e regionale, poiché ha un passato politico (dopo essere stato il Parlamentare più assenteista della storia d’Italia) che è una vera e propria zavorra. E quindi il suo “desiderio” resterà per sempre un sogno. Però rimane in tutto questo il gesto, il tentativo di “scappare” e di occupare un’altra ‘poltrona’.
Tutto ciò però, anche se è in linea con la carriera e le determinazioni politiche del nostro sindaco, cioè è la dimostrazione della sua voluttà di potere, della sua “voglia” di protagonismo politico, visto che negli anni passati a dimostrato di essere sempre pronto a candidarsi a tutto, per qualsiasi possibile incarico che prevede una bella poltroncina, lascia i cittadini col magone, con una certa delusione.
E nel mentre il “guardiano” della Città cerca altre vie, altre strade, altre postazioni di potere, la citta’ brucia. Infatti non passa giorno che Corigliano non perde un’opportunità di sviluppo, ma nonostante tutto si va avanti come se niente fosse, come se tutto questo fosse normale. Che delusione. E frattanto i nostri figli, i nostri nipoti sono costretti a partire e la citta’ si spopola continuando a perdere e a disperdere energie, identità e spirito civile e di appartenenza.