L’attualità dell’emigrazione in una prospettiva storica è stato il tema del convegno svoltosi presso l’auditorium della chiesa di Sant’Antonio a Corigliano il 20 agosto scorso. L’iniziativa è stata organizzata da don Gaetano Federico e patrocinata dal comune di Corigliano, dall’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati.
Dopo i saluti del sindaco di Corigliano Dott. Giuseppe Geraci e dell’amministratore diocesano mons. Antonio De Simone, don Federico ha introdotto i temi della discussione partendo dalla recente pubblicazione del libro Calabria migrante edito dal centro di Ricerca sull’emigrazione. Il lavoro di coordinamento ha visto all’opera il dott. Pier Emilio Acri. Già dagli indirizzi di saluto del sindaco e dell’amministratore diocesano erano emersi letture molto originali sul tema trattato. Dagli interventi dei due relatori, Prof. Pantaleone Sergi e del Prof. Giuseppe Ferraro, è emerso un quadro dell’emigrazione calabrese molto complesso che ha interessato la regione per circa un secolo nella sua massima evoluzione. Un tema caro a tutte le famiglie calabresi che hanno visto emigrare all’estero almeno un membro del proprio nucleo familiare. Secondo il professore Ferraro l’emigrazione ha provocato nelle comunità di origine un forte trauma, soprattutto emotivo, ma nello stesso tempo, se si osserva il fenomeno nel lungo periodo, non si possono nascondere gli elementi di mobilità sociale ed economica prodotti da un movimento di uomini, ma anche di economie e idee. Il prof. Sergi ha ricordato inoltre il caso Argentina dell’emigrazione e la nascita in questa nazione di molti giornali italiani che mantenevano vivo il rapporto con la Calabria nonostante l’oceano.