Il PD dimostri di esserlo, candidi a presidente della Regione Calabria il Procuratore NICOLA GRATTERI.
E’ora che la politica passi dalle parole ai fatti, è ora che il PD calabrese dimostri che la passione ed i sentimenti non sono finiti, dimostri di essere diverso dagli altri, dimostri di fare politica seria, la smetta di vivere di rimpianti, imbocchi la strada del rinnovamento, quello vero. Siamo stufi di essere sommersi nella politica fino al collo: le pagine dei giornali e le TV grondano di titoli politici, di personaggi politici, di battaglie politiche, di slogan politici, di formule politiche, al punto che i calabresi sono stufi,
hanno oramai il rigetto della politica mentre un vento di populismo soffia in maniera corposa. Il PD si faccia garante, smentisca coloro i quali sostengono che l’unico reale impegno dei politici durante la loro “carriera” in fondo in fondo è quello dell’arricchimento personale, si estendano le basi di massa affinché i partiti tornino a valorizzare la partecipazione e la personalità popolare alla conclamata e devastante crisi della politica, al vento dell’antipolitica, ai populismi messi in atto da Silvio Berlusconi, si contrappongano istanze che rivalutino il sistema dei partiti intesi come massa dello Stato unitario. L’alternativa oltre alla pulizia morale ”che non basta” è il coinvolgimento alla vita pubblica di persone di indubbi valori morali, di conclamata fedeltà allo Stato, tra questi spicca il nome del Procuratore aggiunto presso la Procura del Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, l’unico a recuperare quel rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti al di la di quanti pensano che così verrebbe commissariata la politica. Solo così si potrà dare slancio, nuova energia e credibilità al sistema dei partiti in quanto tale, solo questa strada convincerà quei tanti calabresi amanti del buon governo a schierarsi a fianco del centro sinistra, in particolare al PD a condizione che questi dimostrino nei fatti l’intenzione di invertire la rotta in direzione di quei principi morali ed etici tanto cari ad Enrico Berlinguer, più volte osannato a parole, ma nei fatti poi smentito dai cosiddetti leader politici. Questa è l’occasione giusta per fare capire che si fa sul serio; si contrasti lo spettacolo dato dalle innumerevoli inchieste su fenomeni di corruzione dove quasi tutti i partiti, sicuramente i più grandi hanno autorevolissimi rappresentanti inquisiti o condannati per reati gravi. Si dia un taglio alla personalizzazione della politica, al correntismo ed ai compromessi in quanto figli del potere fine a se stesso. Continuare su questa strada vorrebbe significare negare il distacco venutosi a creare tra la politica ed il popolo, è da irresponsabili volere continuare a non riconoscere il declino di questi ultimi venti anni che hanno innescato un decadimento inarrestabile delle grandi idealità a vantaggio di una idea della politica come amministrazione dell’ordinario grazie alle capacità, spesso presunte, di questo o quel personaggio più o meno carismatico. Ricostruire la politica, in primo luogo sconfiggere la mala politica. L’allontanamento dal partito o la critica a questo o quel dirigente corrotto non basta, occorre un’azione radicale e propositiva che parta dal basso e metta sotto la lente di ingrandimento anche la logica dell’amministrare di quei politici ritenuti fino ad oggi santuari intoccabili, a partire anche dal presidente della provincia Mario Oliverio che non è il nuovo che avanza bensì più vecchio del suo passato in quanto prigioniero consapevole della vecchia struttura partitica oltre ad una scarsa predisposizione nel mettere in atto nuove istanze per scavalcare quella elite all’interno del PD, che si erge ad ostacolo a qualsiasi forma di rinnovamento qualora dovesse essere lui il candidato e vincere le elezioni.
Giorgio Luzzi. Movimento centro storico: Un progetto per non morire.
Corigliano Calabro.