Le politiche sociali sono assenti, mentre quelle economico-finanziario pensate dall’Amministrazione sono inappropriate al problema e avranno delle ricadute tragiche per le famiglie e per l’economia del Territorio
In città c’è una questione sociale che è aperta e sanguinante nella sua entità. Molte famiglie sono disperate. Tanti giovani, adolescenti e non si ritrovano a vivere un’esistenza che non è la propria e della quale non hanno mai preso coscienza di cosa sia veramente lo scopo-fine-valore da perseguire.
I giorni per questi giovani passano e si susseguono in avanti, uno dietro l’altro, compassati e compressi dall’inezia, dall’inettitudine, senza trovare un “senso”, il senso del loro esistere: quella qualsivoglia, minima, gratificazione sociale che potrebbe venire da un possibile lavoro, da un determinato impegno da portare a compimento, da una qualsiasi occupazione.
Dico questo perché il degrado e il malessere sociale che vige e presenzia in questo momento storico, ora più di sempre, in questa Città è assoluto, grave e in crescita esponenziale, tanto più che le Istituzioni cittadine mostrano verso queste “tematiche” una certa inconsapevolezza visto l’assenza di qualsiasi iniziative e attenzione di carattere politico volte a porre rimedio a queste gravi incombenze sociali.
Inutile continuare a nascondersi dietro un dito e far finta di nulla: questi problemi ci sono e sono veri, palpabili. Lo sa bene chi vive con uno spirito “accorto” la nostra Comunità: dal Centro storico a Schiavonea, dallo Scalo ad Apollinara, da Cantinella a Fabrizio, da San Nico a Ministalla c’è una vera e propria emergenza sociale; contrassegnata dalla disoccupazione, dall’abbandono scolastico, dalla c.d. devianza giovanile. Sono in queste situazioni che si affacciano e si radicano nel tempo fenomeni come la microcriminalità giovanile, o la “malavita”.
Le parrocchie – che sono uno dei pochi “filtri” istituzionali che ancora cercano di profondere il massimo delle proprie energie, proprio per cercare di ergersi come punto di riferimento istituzionale per regalare, a tutte queste persone lasciate sole e senza più altri riferimenti e attenzioni istituzionali una speranza, quella che un’altra vita è ancora possibile – sono rimaste sole, non ce la fanno più, non ce la possono fare visto che questa platea va sempre aumentando.
Il Comune che attraverso delle politiche sociali, mediante l’iniziativa istituzionale che la costituzione gli riconosce, dovrebbe cercare di prevenire queste “problematiche”, e lo dovrebbe fare lo studio, l’analisi di queste “situazioni: con un certo dinamismo politico-amministrativo; con degli specifici interventi progettuali volti a “includere” questa “fetta sociale” nella massa, accludendoli nella Comunità, nella normalità. L’assessorato alle politiche sociali e giovanili del nostro Comune da quando si è insediato mesi orsono non ha pensato, prodotto, realizzato un solo progetto atto a lenire quella che è una vera e propria piaga sociale che, tuttavia, nel proprio anonimato, nella propria solitudine esistenziale e culturale continua a restare senza voce e ad espandersi nella povertà più crudele, nel segno dell’amaro destino che segna ognuna di queste esistenze, di queste realtà.
E purtroppo, se il presente è questo, se la realtà che viviamo oggigiorno è molto triste, il futuro non è roseo, non lascia per nulla ben sperare, neanche da questo punto di vista. Perché se da parte delle Istituzioni non c’è una visione complessiva della Città, se non c’è una progettualità da perseguire e mettere in campo, considerato anche i tempi tecnici che ci vogliono per porre in essere qualsivoglia iniziativa politico-amministrativa ancora, per i prossimi anni, questa “situazione sociale” è difficile che si affrancherà dal suo male.
A ben guardare le cose, quello che si prospetta, dietro l’angolo, sulla nostra strada troveremo altri ostacoli ancora più infausti e ostili. Infatti, col nuovo anno, visto le sciagurate politiche economico-finanziarie che l’Amministrazione-Geraci sta predisponendo volte, per far fronte alla “falla” presente nel Bilancio dell’Ente Comune, solo ad aumentare le tasse alle famiglie e ai comuni cittadini (mentre i grandi “debitori” del nostro Comune, quali imprenditori e costruttori, liberi professionisti e quant’altri che negli anni non pagando il “dovuto” relativo alle proprie attività svolte sul territorio, hanno consolidato una grande massa debitoria…continuano a farla franca), si avrà l’inevitabile risultato che chi è povero diventerà sempre più povero ed emarginato e chi è più ricco continuerà a “scialacquare”.