Incanto e meraviglia. Questo ha per me rappresentato, negli anni trascorsi, l’area montana di Corigliano, Piana Caruso e zone affini (Baraccone, ecc.). Fin da bambino, coi familiari, ne ho apprezzato la bellezza dei luoghi, il verde, la semplicità e la genuinità delle piccole grandi cose. Poi, da adolescente e da ragazzo, con gli amici, ho continuato a coltivare tale amore, purtroppo reso amaro dalla constatazione dell’assurdo declino subito da quei luoghi.
Oggi che, soprattutto nel periodo estivo, mi reco per poche, fugaci, visite alla montagna di Corigliano, mi piange il cuore nel vedere una località così suggestiva e dalle tante potenzialità quasi completamente isolata e abbandonata, con poche famiglie che ancora vi si recano per le vacanze, con quelle che vi risiedono tutto l’anno, con la gente che va solo per prendere l’acqua, andare a messa la domenica, fare un giro in auto. Nonostante la volontà e gli sforzi di alcuni imprenditori e operatori turistici con i loro agriturismi e dei pochi residenti che ancora mantengono aperti i caratteristici “forni, la situazione è sempre peggiore: la villetta lasciata al suo destino, nessun intervento di riqualificazione, quella colata di cemento destinata ad anfiteatro che accoglie tutti all’ingresso…
Mi chiedo: ma passa mai il sindaco, gli assessori, qualche consigliere da Piana Caruso? Hanno un cuore e un’anima? Servono forse molti soldi per organizzare qualche iniziativa comunale, una sagra, e realizzare qualche intervento di decoro?
Domande destinate a restare tali, senza risposte. C’era una volta Piana Caruso… Oggi, grazie all’assenza di chi potrebbe e dovrebbe fare, rammentiamo il passato, non viviamo il presente, non immaginiamo un futuro.
GIORDANO BRUNO