Che brutta estate, specie quando diventa, come oggi, frenetica e ossessiva ricerca del divertimento, di qualcosa da fare a tutti i costi, dell’evento cui partecipare o della novità da scoprire sennò che estate è. Perciò penso che durante la cosiddetta bella stagione (per gli altri, non per me, perché io adoro l’inverno) si debba stare a casa a oziare.
Come una volta, quando d’estate si restava in città e si passava intere giornate senza far niente, a letto a leggere di tutto o davanti al bar, a discutere di cose più o meno serie o a cazzeggiare con gli amici. Era il cosiddetto ozio rigenerativo, che io più nobilmente definivo riflessivo, creativo, perché ti concedeva anche il lusso di sognare e di pensare a cosa fare dopo le vacanze, magari per un domani diverso, migliore.
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