L’omicidio del boss Antonio Bruno nel 2009 ha rappresentato una linea di demarcazione netta e una cesura definitiva col passato.
Il boss ed aspirante collaboratore di giustizia coriglianese Pietro Salvatore Mollo, un mese prima di morire suicida in circostanze “strane” nella sua cella all’interno del braccio di massima sicurezza del carcere “Le Costarelle” de L’Aquila, al sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, Vincenzo Luberto, aveva fatto nomi e cognomi.
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