Domenica scorsa, sulla stampa regionale, ho letto una bellissima, anche se narrava di una storia triste, scritta dal dott. Fausto Taverniti , calabrese d’origini, coriglianese d’adozione. Una storia vera, una esperienza di vita vissuta, patita, dall’anziana madre. E prendo spunto proprio da questo “fatto” per esprimere una considerazione sugli anziani.
Il fatto da egli raccontato, praticamente di un’agressione subita dall’anziana signora da alcuni balordi al fine di ottenere dei soldi, ha avuto come scenario non un paese della Calabria ma dell’Abbruzzo e precisamente la città di Vasto. Ma nulla cambia, poiché, questi episodi ahimè si verificano, sempre più spesso, in tutti i paesi, d’Italia e del Mondo.
E questo perché il mondo globale si è maledettamente mutato, cangiando in peggio, perdendo il valore di quella tradizione, che considerava gli anziani come una fonte preziosa di vita: di saperi e di umanità, d’intelligenza e di buon senso. Tutte cose, valori e sapienza che gli anziani maturano nel corso della loro esistenza, traendolo come insegnamento dalla lunga esperienza di vita che hanno avuto modo, di vivere nel corso dei loro anni, dalla nascita alla giovinezza, fino all’età adulta e quindi della c.d. terza età, sulla propria pelle. E per questo, o anche per questo, essi sono un riferimento esistenziale e umano fondamentale per la società. Almeno fino a quando non sono caduti i confini del mondo, appunto.
E allora oggi più di sempre occorre che la nostra società ri-pensi agli anziani, ridando loro il giusto valore, ponendolo al centro delle dinamiche sociali, e non, come sta avvenendo, ora, in questa nostra era c.d. post-moderna e cioè ponendoli ai margini della famiglia e della società. Sempre più spesso infatti gli anziani vengono lasciati da soli, e dai propri congiunti, e dalle Istituzioni. A perderci non è soltanto il buon senso e la dignità di chi si rende protagonista di questi “atteggiamenti” sbagliati, non sono solo i nostri anziani ma tutti noi: il nostro benessere, la nostra dignità di figli, di genitori, di cittadini.
Occorre più che mai proteggere gli anziani, valorizzando la loro esperienza e proteggendo le loro singolari storie di vita, da intendere come bagaglio culturale importante da trasmettere ai nostri figli; per interpretrare bene i (veri) valori della vita; per vivere dignitosamente e nella pienezza del valore dell’uomo il nostro tempo; per continuare a lasciare una traccia positiva ai posteri.
Tuttavia, in conclusione, sfrutto questa occasione, per lanciare un appello al Sig. Sindaco, che nei giorni scorsi ha mostrato la volontà dell’Amministrazione di dismettere i “Circoli” della terza età, per tagli sui fitti, sia di Corigliano centro, che dello Scalo e Caninella: non lo faccia! I Circoli sono per gli anziani un modo per socializzare e, talvolta, per uscire dall’isolamento sociale. Il Circolo in molti casi, per l’anziano, è un momento, nell’arco della giornata, molto importante, di vitale e fondamentale importanza. Pure un solo giorno, che questi verranno chiusi, e questi si vedranno cadere sul capo una pesantissima tegola: quella dell’indifferenza della società. Non lo faccia sindaco. Non sono certamente le 100 euro mensili ad aggravare o ad allegerire il Bilancio del comune. Considerato che costano circa 10.000 euro all’anno i comunicati stampa a nome del Sindaco e del Comune, tutto questo mi sembra di una semplicità unica: che s’impone alla coscienza da sè, con la sua brutale semplicità e purezza.