Saranno celebrati questo pomeriggio alle 17 in una chiesa dello Scalo i funerali di Antonio Marrazzo, 72 anni, elemento di spicco del “locale” di ndrangheta ai tempi della reggenza del boss Santo Carelli. Marrazzo è morto mercoledì scorso in una struttura ospedaliera dell’Aquila dove si trovava, perché recluso da tempo nel carcere della città abruzzese. Il coriglianese è morto per cause naturali infatti la diagnosi parla di neoplasia polmonare, ed ironia della sorte proprio in questi giorni si era diffusa la voce che presto sarebbe venuto in città perché le sue condizioni di salute erano peggiorate tanto da sconsigliare la permanenza in carcere.
Marrazzo lascia la moglie e cinque figli. Il suo curriculum criminale era abbastanza corposo e non a caso all’interno dell’organizzazione aveva assunto il grado di “santista”, è rimasto coinvolto in alcune operazioni importanti condotte dalla Dda di Catanzaro quali galassia, set up e santa Tecla, doveva scontare degli ergastoli derivanti proprio da alcune sue condanne nelle operazioni citate. Si trovava a l’Aquila, qui lo ricordiamo vengono rinchiusi coloro che devono scontare il regime del carcere duro, a seguito della condanna a 6 anni e otto mesi nell’ambito del processo santa Tecla. Nei racconti che fanno di lui alcuni collaboratori di giustizia, Marrazzo viene descritto come un componente dell’organizzazione dedito alle estorsioni. Altri dicono che Marrazzo anche dal carcere riusciva a trasmettere ai suoi precise disposizioni.
Giacinto De Pasquale