Quando un Sindaco non dimostranza coerenza (amministrativa, non solo politica), quando un amministratore nel corso della sua opera dimostra una certa flessibilità tra ciò che ha detto e ciò che fa, tra ciò che è stato e ciò che è, tra ciò che sta facendo e ciò che aveva promesso di fare, tra ciò che non ha fatto e ciò che avrebbe dovuto perseguire, tutto si complica: tutto diventa più difficile e complesso da “gestire”, da amministrare.
E questo inteso sia in quell’ottica pragmatica che sottende al rapporto tra Sindaco-amministratori cittadini, sia in quel rapporto d’intesa che vige tra Amministrazione comunale e cittadinanza. E questo tragico spaccato, tra quello che doveva essere ma non è, tra ciò che dovrebbe trovare forma ma in realtà è in uno stadio di liquidità assoluta, con i relativi disagi che non fanno che procurare altre attigue problematiche, è la realtà amministrativa, sociale e comunitaria della nostra Corigliano, è il filo conduttore che tiene unito tutta la storia di quest’Amministrazione comunale.
Da più parti, settimane orsono, alla luce di queste difficoltà del Sindaco e dei “suoi” Assessori a trovare un proprio modus operandi, una propria strategia politica da calare a misura dei problemi esistenti sul Territorio e a necessità di quello sviluppo che compete a una Città importante (per dimensione, per densità abitativa, per tradizione e per le potenzialità che in essa sono presenti) come la nostra, si è chiesto proprio al Primo cittadino di aprire, all’interno della propria compagine politica che lo sostiene e della Giunta che lo affianca nell’azione istituzionale, un momento di riflessione finalizzato a individuare lacune, incertezze, idee: le inefficienze e le incapacità che stanno contraddistinguendo l’operato politico-amministrativo di quest’Amministrazione c.
Ma questo “input” che veniva suggerito, auspicato, consigliato un po’ da tutti settori della c.d. società civile che, tuttavia, col trascorrere dei mesi è diventato un refrain continuo, è caduto (sempre) nel vuoto. Con tutto ciò che comporta sul piano operativo, concreto, con le nefaste ricadute che si abbattano sull’esistente. E così il Sindaco, sempre più solo nella sua stanza e circondato dai suoi accoliti, chiusosi nel suo mondo che per forza di cose non è quello di tutti, non solo non è riuscito a suscitare un minimo di entusiasmo popolare, quanto verosimilmente si è isolato dal resto della città.
Tutto questo ha fatto sì che le problematiche (le strade rotte e impraticabili, gli spazi urbani sporchi, intere zone di rioni e frazioni lasciate alle spire dell’incuria, una stagione estiva non programmata se non all’ultimo minuto. Per non entrare poi nel problema, etico prima ancora che politico, della scarsa trasparenza amministrativa vedi selezione dei 15 legali, o le consulenze affidate non per ultimo a una Società di Comunicazione ) che vessano il territorio si facessero sempre meno sopportabili e che, il relativo il malcontento ad esso connesso , tra i cittadini si facesse sempre più insistente e intenso. Mortificando così la dignità della Città, sopprimendo la speranza, la speranza di quel cambiamento che è rimasto fermo nelle parole che lo annunciavano o, che, nella migliore delle ipotesi, viene “rinverdito” solo nei comunicati stampa diffusi dall’Ente.
E allora oggi, più che mai, siamo giunti ad un punto di non ritorno: o si cambia o, altrimenti continuando su questa strada, si muore. Si muore d’inerzia. Dopo la speranza si sopprime anche l’ultima possibilità di vita, e con essa si manda al massacro l’intera cittadinanza che dopo il proprio buon nome perderà anche se stessa.
E allora Sindaco: esca dalla sua stanza sempre più buia e solitaria, esca dal torpore che sembra avvolgerla in maniera letale, esca allo scoperto si affacci alla realtà, si faccia avanti tra i cittadini: si apra alla società civile, si confronti con gli altri partiti, discuta dei problemi della città alla luce del sole. Dopodiché, cambi, modifichi l’assetto della Giunta, sostituisca quegli assessori che vivono solo di illusioni, sostituisca quegli assessori che agiscono soltanto in virtù di una mera nota stampa che gli possa dare un po’ di visibilità, sostituisca quei “collaboratori” che non abbiano il minimo di dinamismo e creatività nell’approcciarsi al proprio compito, sostituisca quegli assessori che perdono il proprio tempo ad aspettare il proprio emolumento mensile: coinvolga uomini e giovani liberi e di buone capacità, animati da tanta volontà e freschezza di dare il proprio contributo alla causa comune. Sindaco, lo faccia nei modi che ritiene più giusto, nel rispetto del proprio mandato, coinvolgendo tutti nessuno escluso, aprendosi al contributo delle Opposizioni, mettendo tutti nelle condizioni, politiche, di darlo il proprio contributo.
Il momento è critico, molto critico – con le Finanze che fanno acqua da tutte le parti, i problemi che sul Territorio abbondano, con la situazione dell’Ente sul piano generale che è molto, molto grave – non si può continuare, per altri giorni, per altro tempo, come fatto sinora a navigare a vista; la “nave” andrà, inevitabilmente, contro la scogliera. Il danno sarà irreparabile. Non può consentirlo questo.