Minacciata, aggredita e violentata. Uno stupro in piena regola. Il carnefice dall’accento straniero, la vittima una commessa di un noto locale allo scalo. Tutto si consuma nella notte a cavallo tra lunedì e martedì scorso quando la donna, una 37enne, residente in una contrada confinante con il comune di Corigliano, sposata con figli, terminato l’orario di lavoro si mette in macchina e percorre il tratto di strada di contrada S. Lucia. Allo “stop” del semaforo, in attesa di immettersi sulla statale 106 jonica, accade l’inevitabile:
un uomo, media altezza, magro e con il volto coperto, entra prepotentemente in auto e punta una lama alla gola, imponendo alla povera vittima di proseguire per una strada di campagna. Durante il tragitto l’orco intima di fermare il mezzo in prossimità di un’area rurale di Thurio, tenendo sotto minaccia la donna con il coltello. La 37enne si dice disponibile a consegnargli tutto, il denaro che ha con sé, catenina, orologio, pur di dissuaderlo da ogni intento violento, ma l’ira vile si scaglia prepotente contro la povera donna, picchiata fino a stringerle le mani al collo e obbligandola a togliersi gli indumenti, con la forza, per poi consumare ripetutamente il rapporto sessuale. Alla fine dell’incubo la commessa trova la forza di ricomporsi, torna a casa, racconta tutto al marito che, dopo averla accompagnata in ospedale, la convince a denunciare il tutto ai carabinieri, ai quali riferisce la dinamica dell’accaduto, fornendo una descrizione dettagliata dello stupratore, seppure a volto coperto, e indicando luogo e tragitto. La donna è sotto choc, traumatizzata. A fatica riesce a riprendersi. Secondo quanto emerge l’episodio pare non sia l’unico. L’uomo sembra essersi ripetuto, ma le vittime non denunciano. Si apposta nei pressi delle aree semaforiche, per poi individuare la “preda” e colpire. Indagano i carabinieri su più fronti. La città vive un momento difficile, la pericolosità sociale ha raggiunto livelli di guardia allarmanti. In prima linea nella lotta contro le violenze sessuali esiste un centro “anti-violenza” che porta il nome della piccola Fabiana Luzzi, barbaramente uccisa lo scorso anno e poi data alle fiamme. Il centro è pronto a raccogliere ogni segnalazione al fine di sostenere e supportare tutte le donne vittime di vessazioni e abusi di ogni tipo. Cresce l’attenzione e la tensione. Nei giorni scorsi è stato chiesto l’intervento del Sindaco di Corigliano affinché si impegni a sollecitare il Prefetto di Cosenza, chiedendo con urgenza la convocazione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, allo scopo di potenziare i controlli su tutto il territorio, specie nelle zone meno illuminate e poco trafficate, attraverso l’impiego di una maggiore presenza delle forze dell’ordine per impedire il ripetersi di altri spiacevoli episodi. L’atto intimidatorio al vicesindaco Franco Oranges, la sparatoria delle ultime ore a Schiavonea, gli innumerevoli furti segnalati all’autorità giudiziaria, la fase riorganizzativa della criminalità, confermata dalle recenti dichiarazioni di nuovi pentiti, pongono il territorio in uno stato di allarme sociale verso cui occorre porsi con fermezza e determinazione. Purtroppo, sul versante “giustizia” talvolta lo Stato dimostra di fare dei passi indietro, come la chiusura del Tribunale di Rossano.
fonte : il garantista