Quelli che stiamo vivendo in questa settimana che volge alla sua fine sono giorni al cardiopalma, e questo sia nell’accezione negativa e sia in quella positiva. Iniziamo da quella positiva. Ieri sulla homepage di questa meravigliosa Agorà virtuale, ormai sempre più punto di riferimento per i cittadini, residenti in loco o che, per varie questioni, si ritrovano a vivere “fuori” per l’Italia e per il Mondo, è apparsa una bellissima lettera a firma del dott. G. Promezio.
Vi confido che nel leggerla, mano mano, che scorrevo quelle riga, avvertivo dentro di me una commozione straordinaria che mi riempiva il cuore di beatitudine ed orgoglio, una di quelle strabilianti emozioni che ti segnano dentro in maniera bella, proiettandoti in uno di quegli stati d’animo che rare e poche volte si possono avvertire così felicemente, così graziosamente, così significativamente… di beltà, di semplicità, di molteplici significati, e per questo infinitamente bella, concreta e sensazionale. Bravo dottore. Bravo e ancora e poi ancora altri nuovi complimenti sinceri: tanto per il prestigioso incarico istituzionale ricevuto in queste settimane, quanto, e forse ancora di più, per questa bella lettera, infarcita di ricordi e di nostalgia, di umanità viva e di vissuti, storici e presenti, di grande bellezza, di enorme “purezza”, di gioiosa genuinità: quella propria di quella “foto” , di quel tempo del “bianco e nero”, con la quale ha correlato quella meravigliosa cornice dipinta da un bellissimo racconto, vero, memorabile, storico, indimenticabile anche perché vengono condivise con uno degli esempi e dei figli più “belli” della nostra amata terra. Ecco: mi ha fatto commuovere quella lettera, e penso che, come in tanti hanno avvertito queste sensazioni. Tuttavia abbiamo capito, ancora una volta e una volta in più di che valori è fatta la vita, quali valori contano veramente al di là dei titoli e delle onorificenze nella vita. E la tua vita, al di là del tuo nobile percorso, professionale e accademico, è fatta e costituita di questi stati d’animo, di questi vissuti, di questi sentimenti. Grazie, grazie infinite! Caro Gino, ill.mo dottore ad majora.semper.
Ora passiamo alle cose meno belle, quelle contingenti. Prima di tutto, e prima di dire qualsiasi altra cosa, esprimo viva solidarietà all’Avv. Francesco Paolo Oranges per l’atto dinamitardo e mafioso che ha subito nella nottata di ieri. Di fronte a questi episodi d’ inaudita violenza e criminalità non ci sono parole, non ci sono aggettivi utili che possano definire in maniera appropriata questi miserevoli gesti che segnalano, ancora una volta, la drammaticità di questo territorio da sempre vessato dal fenomeno criminale, ma occorre che l’indignazione collettiva si manifesti nelle forme della civiltà, iniziando ad esprimere una ferma condanna per quanto accaduto, e vicinanza alle Istituzioni, civili e militari, di ogni ordine e grado, mostrando loro solidarietà.
Tuttavia quanto ‘”accaduto” è grave in sé e per sé, lo è in generale quando succedono questi malefici episodi, ma lo è ancora di più, e lo diventa oltremodo di più, perché la persona che ha subito questo gesto barbaro è un rappresentante delle Istituzioni, con un ruolo simbolicamente, formalmente e istituzionalmente molto importante qual è appunto la carica di Vicesindaco del Comune di Corigliano Calabro che l’Avv. Oranges ricopre. Pertanto confidando nel lavoro degli inquirenti, mi auguro che al più presto venga fatta chiarezza sulla questione consegnando alla giustizia i responsabili.
Ora, cercando di parlare di cose “normali”, ritornando al contingente, ieri ho letto, in un articolo della possibilità di abbattere il “fungo” dell’acquedotto di Schiavonea: secondo me delle cavolate simili non soltanto non si dovrebbero scrivere ma neanche si dovrebbero pensare. Poiché detto “fungo”, così com’è stato definito in maniera grottesca, essendo stato costruito alla fine degli anni ’20 del 900, è, a tutti gli effetti, un monumento storico, che testimonia delle importanti fasi storiche e vicende che riguardano non solo la città di Corigliano ma l’intera Italia, per cui non diciamo castronerie simili… semmai si dovrebbe procedere alla valorizzazione dello stesso, e quindi al suo restauro e recupero (giacché la sovraintendenza ai Beni culturali mette dei fondi ad hoc per questi interventi. Pertanto il Comune, la sonnacchiosa e, finora, inetta Amministrazione comunale è momento che si svegli dal torpore che l’avvolge e la tiene ferma e che iniziasse a spremere le meningi interpretando bene e meglio il proprio ruolo, presentando anche dei progetti utili a intercettare qualcuno della miriade di finanziamenti che l’Ue mette a disposizione, attraverso le Regioni, con dei precisi bandi).
Poi permettetemi anche di dire un’altra cosa: la “nomina” dei 15 avvocati fatta dal Sindaco, che dovranno difendere il Comune nei vari contenziosi, con quale criterio è stata compiuta? Qual è il metodo adottato? c’è stata una vera selezione che premia il merito e la professionalità? Ho sentito dire che tra i 15 avvocati, o perlomeno molti di questi, sono molto “vicini” alla compagine politica che sostiene il sindaco, è vero, è così?
Dunque: in questi atti ci vuole chiarezza: la chiarezza della coerenza e della trasparenza amministrativa. Invece questa Amministrazione continua a procedere col dire e non dire, o, nella migliore delle ipotesi, a diffondere dei “sermoni” solo a scopo propagandistico. Così non si va lontano, egr. Sig. Sindaco.
Eon