Così la mala regola i conti al centro storico
Contrasti tra “uomini di rispetto”. Minacce. Se certe “faccende” non si risolvono con le parole dai forti e decisi accenti è facile che si possa poi passare alle vie di fatto. Alle violenze fisiche. Da qualche tempo a Corigliano Calabro pare questo stia succedendo spesso.
Nessuna denuncia, tuttavia, è passata ultimamente sulle scrivanie delle forze dell’ordine transitando magari dalle porte del Pronto Soccorso dell’ospedale “Guido Compagna”.
Niente di niente.
Alcuni “conti” si regolano senza mettere in mezzo la legge: in certi ambienti è questa la regola. Vigente e imperante, da sempre.
Può capitare dunque di farsi davvero male in uno scontro fisico uomo a uomo ma di non azzardarsi minimamente neanche soltanto a pensarlo d’entrare in una infermeria per farsi medicare dovendo dare “spiegazioni” che sarebbero interessanti per gli “sbirri”.
Nelle ultime settimane sarebbero sorti contrasti tra due gruppi locali e contrapposti di pregiudicati liberi.
Oggetto delle contese, con ogni probabilità, il controllo d’alcune attività illecite. Ma forse c’è pure dell’altro.
Stando ai “si dice”, quelli del centro storico cittadino tenterebbero continuamente di rivendicare “autonomia gestionale” dalla logica dell’assetto organizzativo della criminalità locale.
Qualcheduno, insomma, non riconoscerebbe l’esistenza di “capi forestieri” cui essere sottoposti.
In centro storico pare sia proprio questo il refrain.
Una “musica” che però non piace per niente affatto negli ambienti “dominanti”, che sembrano ragionare nel modo “o con noi o contro di noi”.
E queste altre “note” verrebbero imposte con lo “spartito” della violenza.
L’ultimo episodio si sarebbe verificato ieri all’alba.
Si mormora d’una vera e propria “spedizione punitiva”. E d’un pestaggio con “vittime” più o meno importanti. E pure stavolta nessuna denuncia.
Non sarebbe la prima volta che gli stessi personaggi vengono presi di mira dai “forestieri” nel centro storico.
Pesanti avvertimenti o punizioni vere e proprie per “concorrenza sleale”?
Negli ambienti investigativi si cerca di capire le dinamiche e quali movimenti criminali siano attualmente in atto.
Un compito reso però difficile dal terreno minato d’un clima d’omertà e di non collaborazione da parte dei tanti che “vedono” e “sentono” ma pensano soltanto ai fatti loro, o, peggio, che fanno silenziosamente il “tifo”.
Speriamo non ci debba scappare ancora una volta il morto perché gli stessi, ipocritamente, si scatenino nello slogan insensato della “cattiva propaganda mediatica cui viene esposta la città”…