Una impiegata rifiuta il trasferimento e minaccia la vertenza.
Confusione su confusione. Sulla chiusura definitiva del locale Ufficio del Giudice di Pace, l’amministrazione comunale di Corigliano Calabro continua ufficialmente a tacere e – al contempo – ad alimentare il grande clima di confusione che regna sulla spinosa questione del mantenimento o meno dell’ufficio giudiziario con oneri a carico del Comune. La riforma delle circoscrizioni giudiziarie ha prodotto la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Corigliano Calabro e questo è un dato di fatto.
I presupposti per poterlo “salvare” vi sono, ma ormai sarebbe meglio forse dire che v’erano.
Già, perché la legge offriva ai Comuni una “scialuppa” ponendo gli oneri finanziari a carico dei Comuni interessati dai provvedimenti di soppressione di quegli stessi uffici dove s’amministra la cosiddetta “giustizia di prossimità”.
I termini per la presentazione delle domande da parte dei Comuni interessati al Ministero della Giustizia sono infatti scaduti, e ciò che non è per nulla chiaro è se il Comune di Corigliano Calabro abbia presentato o meno la domanda corredata dai relativi adempimenti obbligatori richiesti.
Primo fra tutti l’individuazione e la formalmente dichiarata disponibilità da parte di quattro unità lavorative, tra i dipendenti comunali, a trasferire il proprio lavoro presso la cancelleria e la segreteria dell’Ufficio del Giudice di Pace.
Fin qui nessun comunicato ufficiale da parte dell’amministrazione del sindaco Giuseppe Geraci.
Solo confusionarie voci di corridoio secondo le quali sarebbe stata acquisita la disponibilità da parte di tre dipendenti comunali (tra essi vi sarebbero due agenti della Polizia Municipale quando il Corpo è notoriamente sotto-organico!), mentre una quarta dipendente sarebbe stata individuata d’“imperio” dall’amministrazione ma avrebbe manifestato la propria assoluta indisponibilità minacciando anche un’azione legale qualora venisse costretta ad trasferimento, per così dire, “coatto”.
Al momento, comunque, non vi sarebbe alcun atto formale da parte dell’amministrazione nei confronti della dipendente in questione.
E in tale marasma d’incertezze v’è un’altra questione: per domani è infatti previsto l’inizio dell’apposito corso di formazione previsto dal Ministero della Giustizia per i dipendenti comunali destinati agli uffici dei Giudici di Pace.
L’unica voce amministrativa che ci “viene incontro” al fine di farci capire qualcosa è quella del vicesindaco Francesco Paolo Oranges, il quale detiene la delega assessorile al Personale.
Da parte sua una flebile e poco convincente rassicurazione: «domani attendiamo risposte», ed un’altrettanto poco convincente rassicurazione pure sui termini d’inizio del corso di formazione: «Pare vi sia una proroga al 15 luglio». Pare…
A noi pare ci sia tanta confusione, evidentemente al fine di celare l’assoluta e mai dichiarata assenza di volontà politico-finanziaria – senza alcun dubbio impopolare – tesa al mantenimento dell’ufficio giudiziario.