Mi sento triste e felice al contempo, Giulia purtroppo non e’ piu’ quella di prima ma torna a Corigliano piu’ sofferente con un intervento in piu’ ed un ausilio in piu’, la tracheo, felice perche’ torno con mia figlia viva. 105 giorni di ricovero in rianimazione difficile, definito dai medici ad alto rischio, dove la mia Giulia per ben tre volte ci ha lasciato ed e’ tornata da me.
Mi sono visto molto vicino in questi giorni le istituzioni sanitarie della provincia di Cosenza. Il 118, l’Asp, l’Adi e l’Adr. Purtroppo conoscevo solo un lato della sanita’ calabrese, quella che mi ha negato l’onore di essere da mia figlia chiamato papa’, quelle fatta da taluni umani in camice bianco che hanno rubato le ali della vita a mia figlia.
Ritorno con l’ansia che Corigliano non sia all’altezza di garantire i diritti medico- sanitari a Giulia, non abbiamo una rianimazione e Cosenza e’ lontana, mi affido a San Francesco ed all’esperienza da noi genitori maturata sul campo grazie al training che abbiamo fatto a Palermo presso la scuola dell’ ospedale. Altra tristezza e’ stato ricevere dal Comune di Corigliano solo 200 euro di aiuto: e’ una vergogna, speriamo le cose cambino.
Esiste un grosso problema sul quale mi attivero’ da subito, la provincia di Cosenza non garantisce perché sprovvista di una figura professionale domiciliare quale quella del fisioterapista domiciliare. Da noi si puo’ morire di malasanita’. Ma oggi voglio pensare positivo, torno a casa e riporto Giulia con me.
Gabriele Montera