Cominciamo da qui: stavolta è il 70% dei coriglianesi ad aver mandato a quel paese le elezioni e con esse la politica. Sul tappeto – e al tappeto – resta quindi la democratica partecipazione alle europee di ieri d’una sparuta minoranza di cittadini-elettori.
Questo è il primo dato ed è quello di gran lunga più importante prima di scandagliare tra chi ha perso. Sì, potrà sembrare qualunquista ma non lo è affatto: hanno perso tutti, infatti, non ha vinto proprio nessuno.
Non esulti per niente il Partito Democratico d’essere il primo in città. Già, perché è sotto e di parecchi punti rispetto al suo dato nazionale.
Soprattutto non esultino quei vecchi arnesi di dirigenti locali gran parte dei quali recentissimi avversari di Matteo Renzi, l’uomo nuovo al comando, il vincitore, l’unico vincitore. Roba che se quei vecchi arnesi non avessero calpestato marciapiedi volantini alla mano in queste ultime settimane, il risultato locale del PD sarebbe stato di certo più confortevole e più in linea col suo dato nazionale.
Ma i vecchi arnesi del PD, campioni di mistificazione e d’ipocrisia, si stanno già accreditando il “loro” risultato. Quello che non riconosceranno mai come la loro (ennesima) sconfitta.
Non esultino gli esponenti locali del Movimento Cinque Stelle d’essere la seconda forza politica cittadina, perché i suoi voti effettivi si possono annoverare all’incirca intorno alle preferenze raccolte dall’unica candidata indicata dal Movimento agli elettori coriglianesi. Il resto è grasso colato da ex elettori di destra, di centro e di sinistra cui la corrotta politica italiana ha ormai rotto le balle, facendoli approdare al Movimento.
Non esultino i diversamente berlusconiani del Nuovo Centro Destra d’aver appaiato – qui – gli originali di Forza Italia. Già, perché uniti nel simbolo all’Unione di Centro di Casini – qui – a guardare le preferenze raccolte rispettivamente dall’UDC Gino Trematerra e dall’NCD Giuseppe Scopelliti, le prime sono circa il doppio. Qui l’“effetto Report” s’è imposto sul’“effetto condanna”.
Il resto sono dei brandelli del tutto irrilevanti nella noia d’una domenica di fine maggio coi seggi aperti ma deserti…