Schiavonea. Ma quei lavori fatti in quel modo, serviranno a migliorare lo stato dei luoghi, ottimizzeranno la vocazione intrinseca: il “lungomare” sarà più bello e accogliente? Dopo il suo totale rifacimento, che nei fatti i lavori lo hanno completamente ridisegnato tutto il suo tracciato, i turisti, i cittadini lo troveranno davvero più accessibile e accomodante? Più passo di lì, più guardo quegli scavi e più mi sorgono queste domande. E la risposta è sempre negativa.
Negatività che viene dal magone che avverto nell’anima per la violenza che si sta utilizzando nel rapportarsi a questo “pezzo” di territorio. Tanti soldi spesi, tanto tempo andato via così inutilmente, tante risorse adoperate per fare il nulla. Sì, proprio il nulla. Il nulla che porta il male. Perché paralizzare per una stagione il lungomare, in questo modo qui non è solo fare il nulla ma fare del male . A tutti. Operatori turistici, famiglie, cittadini. Oltre all’armonia dello stesso paesaggio, consolidata in tanti e tanti anni di storia, ci andiamo di mezzo tutti. Nessuno escluso. Tanto danaro che inutilmente se ne va via, speso, senza che lasci un effettivo riscontro dello stesso valore impiegato. E non si poteva operare diversamente, impiegando questo fiume di soldi in maniera più appropriata? NO. Perché i soldi vanno spesi a qualunque costo, anche senza produrre niente di buono, anche solo per produrre dei danni. Questa è un po’ la legge della “nostra” Europa. Questo è un po’ la superficialità di chi ci amministra, che senza (voler) sentire ragione interviene sui progetti già in corso modificandoli a proprio piacimento. E questo è quanto ha fatto il sindaco Geraci che, improvvisamente, ha deciso che il progetto andava cambiato e rimodulato in altro modo. E così alla beffa di un’Europa che elargisce fondi senza criterio e senza tenere conto dei reali bisogni di una comunità, si è aggiunto anche il danno. Il danno di stravolgere il territorio e di paralizzarlo fino a quanto i “lavori” non saranno definitivamente archiviati. Tutte i giorni e le volte che passo di là, dal Lungomare, e mi faccio quelle domande, tra me e me, penso: ma perché non hanno semplicemente pavimentato il marciapiedi che già c’era, costruendo le aiole, mettendo delle piante e dei fiori, creando dei “larghi” a mo’ di piazzetta per sistemarci qualche panchina e impiantarci qualche fontana, rinnovando l’impianto della luce, installando i cestini ecc. ecc. ecc. In altre parole perché non hanno confermato l’esistente, aggiustandolo, abbellendolo e rifinendolo così com’era già tanti anni fa predisposto? Che maledetta abitudine che abbiamo noi coriglinesi: costruiamo e disfiamo la stessa cosa nell’arco di pochi anni. Di questo si tratta. Non siamo coerenti neanche con le scelte che poniamo in essere, e cioè a distanza di qualche anno rinneghiamo la stessa cosa che abbiamo fatto con le stesse nostre mani. E questo vale per Schiavonea, ma anche per lo Scalo, ma anche per Corigliano paese: o non è forse così? Egregio On. Sig. Sindaco faccia in modo che il lungomare venga restituito al più presto ai coriglianesi, perché non se ne può più! Perché oltre a venirci il magone nel vederlo sviscerato nella sua identità storica, in molti ci vivono, per molti è la fonte del proprio reddito. Si sbrighi, non perda anche “qui”, su questo “punto”, ulteriormente tempo.