Da qualche tempo il dibattito attorno alla “fusione” dei comuni di Corigliano e Rossano si sta facendo sicuramente interessante. Quello che, invece, noi non riusciamo a capire è il silenzio che su questa tematica stanno mostrando le amministrazioni dei comuni interessati. Ad onor del vero dobbiamo dire che il comune di Corigliano un passo in avanti rispetto a quello di Rossano l’ha fatto rispetto a tutto ciò, infatti nel consiglio comunale dello scorso 30 aprile nell’approvare le modifiche allo Statuto,
nel testo è stata inserita una sorta di volontà da parte del civico consesso ad affrontare e agevolare la conurbazione tra le due città, tenuto conto ormai che i tempi sarebbero maturi per avviare iniziative concrete sotto questo aspetto. Però, ed è a questo che ci riferiamo, tempo fa il Comitato civico che ha promosso l’iniziativa di fusione, aveva richiesto ai due comuni di convocare i rispettivi consigli comunali, oppure fare un consiglio comunale congiunto, proprio allo scopo di verificare se esistono le condizioni affinché l’idea possa tramutarsi in concreta realtà. Fin qui, purtroppo, non si è fatto nulla e sappiamo benissimo che il tempo, in questioni così delicate come queste, non è un fattore neutro, anzi ha la sua importanza, tenuto conto che il percorso da affrontare prima di giungere ad una auspicabile “fusione” è lungo e tortuoso. Noi riteniamo che questo nicchiare da parte delle due amministrazioni non giova favorevolmente alla causa, anche perché questo atteggiamento potrebbe essere interpretato come un non interessamento nei confronti della problematica. Quello che maggiormente ci preoccupa in questa fase è il completo silenzio dell’amministrazione bizantina che di fronte a queste varie prese di posizione sta preferendo il silenzio, mentre, come abbiamo detto da Corigliano qualche timidissimo segnale lo abbiamo colto. Noi riteniamo, invece, che Geraci da una parte e Antoniotti dall’altra dovrebbero imprimere una accelerata alla problematica, perché questo territorio ha la necessità di avere un comune unico in grado di poter avviare tutta una serie di iniziative che vadano nella direzione dello sviluppo e della rivalutazione territoriale. Rimanere fermi significa non voler bene alle due città ed ai suoi cittadini, perché da soli ormai non si va da nessuna parte. Unire le forze per avere maggiore forza contrattuale in tutte le sedi istituzionali che contano. Tentare di fare il possibile in questa direzione è una necessità, ecco perché i cittadini dovrebbero pressare i rispettivi sindaci affinché si attivino al più presto. Invece tutto ciò non sta avvenendo è questo ci preoccupa e non poco. Ci permettiamo a questo punto di lanciare un appello ai componenti il Comitato civico pro fusione: perché nel breve volgere non avviate nelle due città una serie di incontri pubblici per cercare di far capire ai cittadini l’importanza di questa necessità ? Successivamente predisporre una sorta di referendum per cercare di avere contezza se nei coriglianesi e nei rossanesi effettivamente c’è la volontà di vivere in un comune unico. Noi riteniamo che questi siano passaggi indispensabili per dare forza e credibilità al progetto.
Natale De Floris