Non può essere così. E questa che viviamo non può essere la normalità: prenda coscienza del ruolo istituzionale che ricopre.
Tutto quello che succede e accade in questa Città è qualcosa di non più accettabile. Sembra di vivere nel “bosco”, nella giungla di un mondo che non appartiene più, e per evidenti motivi, alla civiltà storica e tradizionale del nostro paese. Una situazione contingente che non ha eguali: strade rotte e piene di buche; marciapiedi sporchi e invasi da erbacce; quartieri e contrade completamente abbandonate a se stesse;
intere zone avvolte dalle spire della notte; tombini della fogna che sgorgano come sorgenti; famiglie e zone delle città che per diverso tempo rimangono per giorni senza acqua potabile, senza energia elettrica; gli uffici comunali in cui regna il disorientamento totale, a causa di un non corretto coordinamento degli stessi: una Città allo sbando, con disservizi di ogni sorta, ordine e grado.
Tutto questo sembra il fluire della pellicola di un film che scorre nella sua naturale dimensione. Cosa triste però, è che non è lo sceneggiato di un film, né una fantasiosa ricostruzione filmica o cinematografica ma è la drammatica e ricorrente realtà che noi cittadini viviamo e subiamo, con tutti i suoi tragici e annessi effetti sulla nostra pelle. E lo “status quo” delle cose è questo ormai da tempo. Tanto tempo.
E proprio a quest’ultimo fattore, quello temporale, e cioè al fatto di vedere un paese abbandonato a se stesso ormai in maniera ciclica, da anni, è da attribuire la rassegnazione che vediamo stampata sul volto dei cittadini. Tanto che ogni cittadino, nel suo animo, pur vivendo in cuor suo tutto il disagio possibile e inimmaginabile per questa “situazione”, vive ormai tutto ciò come se fosse la normalità delle cose, proprio alla stregua di quanto dicevamo poc’anzi.
Diciamo da subito e a scanso di equivoci che i problemi strutturali e specifici di questa città non possono nascere dall’oggi al domani. Questo è chiaro a tutti: è un punto incontrovertibile questo, che non si può ignorare. Però del resto è anche vero che la negatività di tutte questo stato di cose che non vanno, solitamente e spesso, da più parti, vengono attribuite ai 5 anni che il Sindaco Genova ha governato la Città.
E su questo punto vorrei soffermarmi un attimo, a riflettere con voi: è realmente possibile che sia così? E’ possibile che i mali di questa Città siano da attribuire a un solo Sindaco, a una sola Giunta, a un solo Amministratore? Prima di rispondere però mettiamoci una mano sulla coscienza, cerchiamo di essere obiettivi con noi stessi, di essere analitici nel valutare nel complesso la situazione amministrativa di Corigliano, nel guardare alle cose oggettive e non a quanto viene detto da molti che parlano per sentito dire o per “partito” preso: i mali di Corigliano sono storici e per questo sono cronici, questa la verità. La verità è che a questo stato di cose negative si è cercato un capro espiatorio a tutti i costi, e vuoi per abilità di una parte politica, vuoi per le divisioni “correntizie” e “partitiche” dell’altra parte, vuoi perché il cittadino ragiona per emozioni e non seguendo la ragione, e così si è trovato nell’ex sindaco Genova il colpevole possibile. Nell’immaginario collettivo, dei più, qualcuno ha fatto abilmente passare questo “messaggio”.
E questo è diventato il grido di battaglia dei tanti che ambivano alla sua successione: di coloro che volevano il “potere” tutti i costi e seguendo tutte le strade possibili. Ma non è così. Ed è la storia, sono i fatti, le varie vicende che, oggi, risalendo a ritroso nel tempo, lo dicono. A questa situazione di disagio e di decadenza del territorio si è arrivati per causa di “particolari” e soggettive responsabilità di altri “personaggi” politici, che, silenziosamente e ipocritamente, hanno dissacrato il benessere sociale e culturale insito nella tradizione di questo Paese.
E così Geraci nonostante abbia fatto il Deputato, il Sindaco (più volte), il Consigliere comunale e provinciale (anche questo più volte), nonostante i danni lasciati in eredità al Comune (buchi nel bilancio comunale, copiosi crediti non riscossi, con oneri fiscali di urbanizzazione mai chiesti agli interessati; contenziosi infiniti per la ristrutturazione di Palazzo Bianchi (ma non solo in questo caso); un Prg neanche a parlarne; una situazione di criticità nella gestione della Meris, partecipata dell’Ente Comune, che negli anni ha prodotto un disastro economico… con un bilancio comunale fallimentare) è stato fatto passare, negli anni, dai più, come il “messia”.
No, questo oltre a non essere così non è giusto. E quanto accade oggi, in questo primo anno di amministrazione Geraci lo dimostra appieno. Lo si evince tanto dalla sostanza delle cose reali, dai fatti veri, quanto dalla forma, dal suo atteggiamento rispetto ai problemi che si pongono come tali, rispetto all’incapacità di proporre una strategia amministrativa che contempli il “tutto”.
Oggi la città vive la situazione contingente che dicevamo di sopra, con una serie di disservizi che sono diventati la regola, cioè la normalità, e il Sindaco Geraci continua a voltare la faccia dall’altra parte rispetto agli stessi. L’unica cosa che ritorna nei suoi discorsi è: “Corigliano è messa male”. Però si ostina a decidere sempre da solo, si ostina a restare chiuso nella (sua) stanza dei bottoni. Non parla, non accetta il confronto, schiva la critica, non si pronuncia sulle questioni “aperte” e che si mostrano con il volto più cattivo. Si è arroccato nel Palazzo e non si muove di un centimetro. Non pensa, non propone idee, non avanza prospettive, non programma il presente e il futuro: fintanto che il suo motto è “tirare a campare”, vivere alla giornata. Aspettando. Ma così facendo si rischia di morire d’attesa. Tra pochi giorni inizierà la stagione estiva ed è ancora tutto fermo, quasi che l’estate fosse già trascorsa da alcune settimane. Questo non è giusto e non può essere la normalità. E pure la nostra gente vive anche di turismo.
Ergo: certamente il Sindaco Geraci avrà dei problemi all’interno della sua Maggioranza e della Giunta, e il fatto che abbia lasciato fuori il suo ex Vicesindaco, Tonino Fino, questo lo dimostra; però, procedendo in questo modo, con il silenzio e l’inerzia che lo sta contraddistinguendo in questo primo anno di sua “gestione” questa Città non solo regredisce ma precipita nel fosso, muore. Pertanto, Sindaco Geraci la Città non esige certo delle verità storiche in merito a questa situazione che patisce ogni giorno ma chiede, questo sì, una sua presa di coscienza del ruolo che oggi ricopre: faccia qualcosa, faccia un rimpasto s’inventi qualcosa per sommuovere il suo operato e quello della sua giunta dall’immobilismo e dalla sufficienza che sembra avvolgerla stretta nell’apatia più totale. Questa non è la normalità e non può continuare a farla passare come tale. Questa città merita rispetto e considerazione.