Negare l’evidenza delle cose significherebbe negare la stessa realtà che maledettamente s’impone nei nostri dintorni: per le vie, per le strade, per i vicoli, per le contrade, i quartieri, i rioni della nostra Città che sono oggetto dei problemi di sempre, e cioè in tutta la Città c’è l’evidenza, appunto, dell’incuria, dell’abbandono, del disordine: frutto di una inappropriata azione amministrativa da parte delle autorità preposte, del Sindaco e della Giunta che governano Corigliano.
Ormai la critica, per non dire il dissenso, verso questi amministratori locali ha iniziato da qualche settimana e più ad affermarsi con una certa frequenza. E questo è dovuta alla delusione crescente rispetto a quelle che erano le aspettative iniziali riposte, a mio avviso, non in questa compagine politica ma nella figura e nella persona del Sindaco, On. Dott. Giuseppe Geraci. E ciò in virtù del suo passato amministrativo, che presupponeva una certa esperienza maturata e che potesse rappresentare quel quid in più, rispetto ad altri, per poter far voltare pagina alla nostra Città e vivere una nuova stagione di progresso. Ma dopo un anno di amministrazione Geraci la Città dimostra essere avvinghiata su stessa sofferente e al limite della sua vivibilità da parte dei cittadini. Non voglio stare qui a ripetere che Corigliano è stata baciata dal Creatore avendogli dato cotanta bellezza paesaggistica e naturale da far invidia al mondo intero. Non voglio stare qui a ricordare le grandi potenzialità turistiche (ma non solo queste) legate alle grandi risorse monumentali e artistiche presenti nella sua storia e adagiate sul suo suolo. Lo sappiamo già tutto questo (e quante volte ce lo siamo già detti?!). Credo pertanto che sia arrivato il momento dei fatti. Per questo, con questo intervento, mi rivolgo direttamente al Sindaco della Città: vada oltre quella cortina fatta di parole e ipocrisia, di effimero e di vacuità, di inazione e apatia che la sovrasta da più tempo. Nel suo atteggiamento non vedo quel vigore pratico e a lunga gittata che occorrerebbe verosimilmente per amministrare un territorio difficile come il nostro. Il problema della città, dei suoi problemi che stanno in quella stessa evidenza di cui parlavo prima e che i cittadini soffrono e vivono tutti i giorni, sta nel fatto che si è circondato delle persone sbagliate: non ha avuto il coraggio di nominare una squadra veramente sua, una squadra fatta di giovani, genuini, dinamici e puri. Attorno a lei Sig. Sindaco ci sono assessori stanchi, mollicci, spenti, apatici che non riescono a mettersi in sintonia né con la Città né con i doveri che hanno. Ma se ne accorto o ancora no che la sua Giunta non trasmette nessun entusiasmo alla cittadinanza? Deve avere il coraggio di osare e guardare al futuro e di regalare un sorriso e una speranza a questa Città. Invece così facendo lei la sta mortificando questa Città, perché le sta togliendo il futuro, cioè la speranza: la vita dei nostri figli, dei nostri nipoti. E questo glielo dico da nonno, da persona che vive le dinamiche sociali e politiche di questo paese da una vita, da quanto avevo ancora i capelli. Lei ha cercato di puntare sui tecnici e sui professori, sperando che potessero apportare un “contributo” qualificato e fattivo che, in realtà, finora è mancato. Perché per amministrare una Comunità, una Città occorre passione, occorre vitalità, occorre lo slancio della idee e dell’avventura che solo i giovani, preparati, sani e perbene, possono avere e darlo alla città. I tecnici li ha provati al Governo della Nazione il presidente Monti, e abbiamo visto i danni epocali che hanno combinato. Abbia in lei un moto di orgoglio e faccia quello scatto in avanti dimostrando di avere ancora vitalità, passione e coraggio. Perché poi ha lasciato fuori dalla sua “compagine di governo” l’ex vicesindaco nonché assessore all’ambiente della sua vecchia e precedente amministrazione, Tonino Fino. E pure in tanti aspettavano il ritorno, a fianco a Lei in Municipio, con un ruolo amministrativo importante. In merito a questo preciso “punto” (che gli addetti ai lavori, giornalisti e osservatori non hanno voluto esprimere parere non per accondiscenda alla sua “linea” ma perché uscendo la Città da un momento particolarmente difficile ritenevano, a mio avviso, utile non sollevare critiche che sarebbero potute risultare agli occhi del popolo anche come pregiudizievoli), e cioè all’origine di questa sua esperienza è da individuare il “limite” del suo operato. E allora, Sig. Sindaco G. Geraci, ecco: non perda tempo e non ne faccia perdere dell’altro alla Città, azzeri la sua Giunta, metta dentro la sua squadra il prof. Fino e riparta da dove aveva lasciato la città. Nel 1993 e nel 1997 le sue giunte erano formate non da attardati signori di mezza o tarda età ma da giovani, non c’era gente che scalpitava per passarle avanti come invece accade oggi ma c’erano uomini che producevano idee e iniziative che accrescevano quell’immagine del “fare” che lei aveva avuto l’ardire di trasmettere a un’intera Città. Se questo coraggio di osare per andare oltre schemi prestabiliti non c’è l’ha più, faccia pure quello che sta facendo, tirando a campare, vivacchiando e strappando la giornata, ma sulla coscienza di figlio e amministratore di questa città, un giorno, avvertirà un peso enorme.