L’esigenza di poter effettuare la pesca del novellame da parte della marineria di Schiavonea è al centro di una nota del segretario generale della Casil Franco Scrivano. «In effetti – afferma Scrivano – l’inibizione alla pesca di novellame, comunemente conosciuta come “rosa marina” sta mettendo in ginocchio la già precaria economia ionica calabrese, coinvolgendo nel cosentino anche l’intera flotta peschereccia di Schiavonea di Corigliano calabro.
I ripetuti appelli sul caso non sembra abbiano sortito gli effetti sperati dalle istituzioni regionali e centrali. Non si tratta di proteggere specie in evidente estinzione ma di novellame che non dovrebbe neppure rientrare nelle proibizioni europee decise a tavolino. Il novellame di cui è vietata la pesca, benché in Sicilia sia consentita, – sottolinea Scrivano – non è soltanto quella delle “sarde” pesce largamente diffuso nei mari universali quanto soprattutto quello di “alaccia” , un pesce azzurro molto scadente, proveniente dai mari africani, ricco di spine e quindi di difficile consumo se non utilizzato maggiormente come novellame e che affolla i mari della Calabria Ionica. L’alaccia non dovrebbe essere neppure colpita dal divieto di pesca ed invece ai pescherecci coriglianesi ne è inibita per l’incuria di una politica troppo distratta. Pertanto la Casil ha inviato una richiesta d’incontro al Prefetto Tomao per esporre le ragioni del Sindacato e poter giungere a prospettare in sede ministeriale la rivisitazione della normativa europea sulla pesca di novellame con speciale riferimento a quello di alacce e nelle more approvare norme in deroga per favorire l’economia locale, contenendo anche la grave disoccupazione che non esclude il settore della pesca. L’esigenza di norme urgenti ed in deroga – così termina Scrivano – sono dettate dalla imminente stagione interessata».
Giacinto De Pasquale