Ciao, Francesco,
inimmaginabile l’averti dovuto salutare per l’ultima volta così presto lo scorso 17 febbraio.
Ho dovuto aspettare qualche giorno per poter scrivere di te, MA TE LO DOVEVO, E NON SOLO IO!
Tantissima la gente presente e commossa e, come se tu lo avessi chiesto, ci siamo ritrovati vicini Antonio, Natalino, Giuseppe ed io. Immancabilmente con i ricordi siamo tornati indietro a metà anni ’70, quando si usciva tutti i pomeriggi e tu eri apripista,
partendo da Via Addolorata, per poi recuperare Natalino in Piazza Compagna; in Via Principe Umberto vi aspettava Luigi (anche lui mancato troppo presto), in Piazza del Popolo toccava a me, in via Garibaldi ci attendeva Piero, ed infine, in via IV Novembre, ci aspettavano Giuseppe ed Antonio.
Senza volerlo, avevamo attraversato metà Centro Storico.
Indimenticabili ed esaltanti le nostre prime esperienze di autostop , che ci dovevano condurre allo Scalo, anche se spesso ci necessitava un pulmino perché, talmente uniti, l’autostop lo si faceva tutti insieme e, come rito propiziatorio, si chiedeva a qualcuno di accendere una sigaretta: quante ne ho buttate appena accese!!!
Frequentandoti ho scoperto i prodigi dell’elettronica sottoforma di effetti speciali sonori: indimenticabile il rumore del treno o la partita a tennis che passavano da una cassa all’altra dello stereo. Intanto la fotografia cominciava a prenderti sempre più e ricordo come se fosse l’altro ieri di una tua famosa foto fatta ad un lampione che, per un po’ di tempo, fece pensare che a Corigliano fossero arrivati gli U.F.O.
La tua bravura e precisione, già allora, erano incommensurabili. Ancora ricordo quando ti contattai perché, come regalo, mi doveva essere fatta un’apparecchiatura fotografica e solo tu mi potevi essere d’aiuto.
La tua macchina fotografica ora ti accompagna negli spazi immensi ed infiniti dell’Eden, dai colori bellissimi. Quanti scatti interessanti che farai!!!
Certo, quaggiù, a tutti noi mancherà qualcosa…. E straziante la tua assenza sarà per Mena, Federica, Alessandro, Gina e Mario.
Mi rimane il privilegio di essere stato amico per quaranta anni, praticamente sempre, di una persona sensibile, per bene come te.
CIAO, FRANCESCO
Francesco Oranges con
Antonio Avella,
Natalino Avolio,
Giuseppe Benvenuto,
Piero Oranges