Ovvero: quando un Sindaco non ama più il suo territorio!!!
Ed eccoci qui a scrivere o commentare le vicende e decisioni di un Sindaco, di un territorio, la cui identità naturale è agricoltura-pesca e turismo, e, di rifiuti. Già il solo leggere la parola rifiuti accanto a quella di territorio agricoltura-pesca e turismo stona, e di molto, figurarsi vederli depositati su di una banchina del Porto di Corigliano Calabro. Un Porto che non decolla e non vede nessun interesse istituzionale a favore di un Porto Crocieristico, ma idoneo invece a deposito di rifiuti. Cosa spinge un Sindaco a voler denigrare così brutalmente il suo territorio?
Credo che si debba iniziare dal 1860 quando i Municipii rivendicarono i nomi delle loro città e il nostro volle chiamarsi Corigliano Calabro anziché Ausonia, dimenticando così l’alta e nobile origine del suo stemma e la provenienza dei suoi antichi fondatori. Si, proprio così, lo Stemma della Città, a cui diedero per Arma le Cornucopie dell’abbondanza e solo a Corigliano ne diedero due, ripiene di ogni sorta di frutta, poiché solo in Essa ritrovarono uniti tutti i frutti sparsi in altre città. Le Cornucopie sono l’emblema della ricchezza e dell’abbondanza. (Tratto da Crono-Istoria di Corigliano Calabro di Giuseppe Amato).
Oggi, 2014, troviamo sparsi per la nostra Città solo rifiuti e l’unica soluzione è quella di ammucchiarli nel Porto della Città.
Una Amministrazione Comunale è composta da Giunta, Sindaco e Consiglieri Comunali. Il mio appello, affinché la scelta di fare del Porto di Corigliano Calabro una piattaforma di tonnellate e tonnellate di spazzatura non si realizza, è rivolta ai Consiglieri Comunali della Città, sia di maggioranza che di minoranza. Loro hanno il potere di impedire che ciò accada. Loro sono stati eletti a rappresentare la cittadinanza di Corigliano Calabro nella sede Municipale e la cittadinanza di Corigliano Calabro è contraria a questa sciagurata scelta. A nessuno, Sindaco compreso, è stato dato il consenso per denigrare, disprezzare ed umiliare il nostro territorio e la nostra Città.
Che ognuno faccia il ruolo per cui è stato eletto e designato, nel migliore dei modi, rispettando i cittadini, la loro volontà e il territorio comunale.
Esiodo