Torna di stretta attualità la problematica inerente le richiesti di trivellazione dei fondali del mare Ionio. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta comunale ha approvato la delibera n. 215 del 31 dicembre con la quale l’esecutivo Geraci ha inoltrato una richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico affinché venga rigettata l’istanza presentata dalla società Appennine Energy SpA, attraverso la quale detta società chiedeva il riavvio della procedura per la ricerca in mare di idrocarburi.
La vicenda in oggetto, così come spiegato nell’atto di giunta, risale al 2007 allorquando detta società presentò richiesta di effettuare dei sondaggi marini al fine di verificare se nel mare Ionio vi fossero dei giacimenti petroliferi. Da allora per tutta una serie di inghippi burocratici l’istanza è rimasta inevasa, però nei mesi scorsi la Appennine Energy SpA ha ripresentato l’istanza che ora è al vaglio del Ministero dello Sviluppo Economico. Come si ricorderà nello scorso mese di agosto il comune di Corigliano ha deciso di aderire al Comitato “No triv” che vede coinvolti comuni delle regioni Calabria, Puglia e Basilicata, in pratica quei comuni che si affacciano sul mare Ionio è che dovrebbero essere interessati dalla ricerca di idrocarburi. Nel mese di settembre il comune di Corigliano, proprio a conferma di questa volontà di non far effettuare le trivellazioni, approvò una delibera di consiglio comunale che è stata inviata sempre al Ministero dello Sviluppo Economico. In questi mesi l’attività, non solo del comune di Corigliano, grazie all’impegno anche dell’assessore all’ambiente, Marisa Chiurco, ma di tutti i centri interessati dal problema è stata intensa, ci sono stati anche incontri in sede romana, con i diretti interessati al problema. Al momento è difficile capire se la battaglia civile di queste regioni e popolazioni riuscirà ad avere la meglio sulle lobby petrolifere, anche perché la questione è stata di molto rallentata in sede ministeriale, ma come giustamente facevano notare alcuni esponenti del Comitato “No Triv” non bisogna mai abbassare la guardia. “Si tratta – ci ha dichiarato l’assessore all’ambiente Marisa Chiurco – di una battaglia ambientale ma anche di civiltà. Non è pensabile che il nostro mare possa essere al centro di ricerche petrolifere, operazioni queste, che come spiegato ampiamente da esperti in materia, creerebbero una serie di problemi per l’ecosistema sui quali è meglio non soffermarci. Chi ha poteri decisionali in materia – afferma ancora l’assessore Chiurco – deve capire che l’attività estrattiva provocherebbe danni i quali non potrebbero mai avere un controbilancio in termini economici. Insieme a tutti quei centri interessati dal problema siamo in mobilitazione da mesi, in questo lasso di tempo abbiamo avviato tutta una serie di iniziative che mi auguro possano sortire gli effetti sperati”.
Giacinto De Pasquale