La Corte di Appello di Catanzaro ha disposto la restituzione di tutti i beni che erano stati confiscati nel dicembre 2009 a Perri Natale ed ai componenti del suo familiare, in seguito alla irrevocabilità della condanna inflittagli nel maggio del 2008 nel processo denominato “Big Fire – Set Up” per aver svolto il ruolo di capo dell’associazione “ndranghetistica” denominata “Locale di Corigliano” finalizzata alle estorsioni e diretto l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rispetto alla quale era stato rimesso in libertà lo scorso ottobre 2011.
In particolare con ordinanza emessa il 9 dicembre 2009, la Corte di Appello di Catanzaro applicava nei confronti di Perri Natale e degli appartenenti al suo nucleo familiare la confisca di un appartamento, di un’autovettura, di un terreno agricolo ulivetato, di due libretti di risparmio bancari e di due carte postepay.
L’ordinanza era stata emessa in quanto ritenuti sussistenti le condizioni applicative della misura patrimoniale di cui all’art. 12 sexies della L. 306 del 1992, individuate negli esiti degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Direzione Investigativa Antimafia nei confronti di Perri Natale e dei componenti il proprio nucleo familiare, che ritenevano insussistenti i redditi dichiarati a fini fiscali in relazione al valore dei beni acquistati nel corso degli anni ed alle disponibilità riscontrate, che pertanto venivano ritenute frutto del reimpiego di illeciti guadagni.
La Corte di Cassazione con ordinanza emessa il 18 dicembre 2012 annullava tale provvedimento con rinvio per nuovo esame alla Corte di Appello di Catanzaro, in quanto aveva riscontrato che la motivazione della confisca non aveva tenuto conto della documentazione presentata dall’Avv. Pasquale Di Iacovo per dimostrare la liceità degli acquisti attraverso una serie di documenti e verbali di informazioni testimoniali raccolti nelle forme delle investigazioni difensive, tese ad accertare che sebbene negli atti pubblici di vendita tali beni risultavano acquistati attraverso operazioni di compravendita, in realtà si era trattato di un acquisto avvenuto tramite donazione per quanto concerne l’appartamento e di proventi di una vincita al gioco riguardo a tutti gli altri beni acquistati nel corso dei successivi anni.
La Corte di Appello di Catanzaro, all’esito dell’udienza che si è tenuta lo scorso 22 novembre 2013, ha ordinato la restituzione di tutti beni agli aventi diritto e nella giornata di ieri gli Agenti della Direzione Investigativa Antimafia hanno provveduto alla rimozione dei sigilli.