Adesso, tutti sanno che fosse una poco di buono. O, almeno, lo fanno intendere. L’Italietta è così, si sa, cadi da cavallo e ti sono addosso tutti. Succede a Rosy Canale: ieri paladina anti-malaffare e oggi bieca truffatrice della peggior specie. Arrestata nell’ambito di una più vasta inchiesta contro la ‘Ndrangheta di San Luca, la nostra risponde di reati di truffa e peculato: avrebbe usato i fondi del Movimento delle donne di San Luca, da lei fondato anni fa, per comprarsi auto e vestiti.
Fin qui la cronaca. Con tanto di echi nazionali: la signora Canale non è un nome qualunque né nel campo dell’antimafia né in quello dell’editoria. Resta un particolare poco approfondito che colpisce al cuore la Sibaritide: pare che il destino voglia che, quando all’alba, i carabinieri le vanno a notificare i domiciliari, l’interessata si trovi in una struttura ricettiva di Corigliano Calabro. E non certo per un fortuito caso.
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