Nella mia qualità di Consigliere Comunale del Movimento Corigliano Domani, è mio dovere portare a conoscenza dell’ intera cittadinanza e di quanti mi hanno sostenuto durante la compagna elettorale, i fatti e le circostanze di cui sono stata, ahimè, protagonista, durante questi mesi, all’ interno dell’ assise Comunale per il solo e unico motivo di essere uno dei pochi che sta svolgendo il ruolo che istituzionalmente le compete e cioè il consigliere comunale di opposizione.
Sono stata e continuo ad essere bersaglio personale e non politico di attacchi da parte della maggioranza, da parte del Presidente del Consiglio e del Sindaco. In particolare, sono sistematicamente richiamata all’ordine dal Presidente anche laddove pongo in essere quei comportamenti normali di tutti i consiglieri comunali, come ad esempio alzarmi dalla sedia per esigenze personali, durante la lettura da parte dell’Assessore Gianzi, della relazione tecnico contabile da inviare alla Corte dei Conti, sol perché ho espresso il mio voto negativo ad una lettura sintetica della medesima.
Sono interrotta da parte del Presidente durante i miei interventi al solo fine di non farmi proseguire nella mia discussione politica.
Ma quel che è peggio è che addirittura il Sindaco, senza autorizzazione del Presidente del Consiglio, si alza in piedi, verso l’epilogo del Consiglio, per attaccarmi violentemente come consigliere, per i miei interventi, e soprattutto come donna.
Il Sindaco si è permesso di definirmi una irresponsabile, una persona che prende le cose sottogamba, nonostante il periodo delicato che vive il nostro Comune, e di andare in Consiglio Comunale per fare la bella statuina e stare in passerella.
Con grande difficoltà e mortificazione ho dovuto chiedere la parola al Presidente del Consiglio e chiedere di poter replicare per fatto personale ai sensi dell’art. 35 dello statuto.
Questa volta, a differenza del Consiglio Comunale del 24.9.2013, il Presidente del Consiglio ha avuto la decenza di darmi la parola.
Ho dovuto far presente al Sindaco che i contenuti dei miei interventi non potevano essere svalutati per il mio aspetto esteriore e che per non essere pregiudicata come donna ed essere ascoltata per i contenuti al prossimo consiglio sarò costretta a presentarmi coperta dal burka.
E’ un comportamento quello posto in essere dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio, che mira a sminuire il mio legittimo ruolo di Consigliere di opposizione solo perché mi permetto di esprimere opinioni e posizioni diverse o scelte politiche diverse.
Il Sindaco, a cui va riconosciuto il merito politico di essere stato eletto per rappresentare autorevolmente questa città, non può permettersi di attaccare personalmente piuttosto che politicamente chi svolge con serietà con grande senso del dovere e responsabilmente il proprio ruolo.
Il Presidente del Consiglio, invece, dovrebbe per legge e per Statuto, garantire il pieno rispetto dei diritti di tutte le minoranze consiliari piuttosto che consentire, solo ad alcune di esse, di poter parlare, interrompere e intervenire ogni volta lo ritengono opportuno indisturbatamente.
E’ evidente che alcune minoranze consiliari danno meno fastidio ovvero sono minoranze solo nella forma ma non nella sostanza.
La città, che purtroppo è tenuta fuori dall’Assise Comunale poiché, per motivi ignoti, si svolge senza riprese televisive, nonostante richieste espressamente e formalmente nella conferenza dei capigruppo antecedente al Consiglio Comunale, ha scarsa possibilità di essere presente, con ciò alimentando e favorendo comportamenti offensivi ed intimidatori da parte di chi siede sullo scranno di Primo Cittadino e di Presidente del Consiglio.
Questa condotta che nulla ha di politico ed è priva di contenuti veri non può non essere denunciata nelle sedi istituzionali a ciò deputati al fine di essere in ogni modo tutelata e per poter essere messa nella condizione di continuare a svolgere il ruolo istituzionale per cui sono stata eletta.
Mette conto ancora una volta rilevare e ricordare, per come ho già avuto modo di fare in altre occasioni, che chi siede in consiglio comunale come componente del gruppo di minoranza ha il compito di vigilare sull’operato di chi amministra, di dare suggerimenti e anche aiuti, se necessario nell’interesse della collettività.
Ed è in virtù di tale compito che appare quanto mai opportuno riportare per intero il mio intervento in Consiglio al fine di portare a conoscenza degli elettori di “Corigliano Domani” e dell’intera Comunità Coriglianese il tenore e il contenuto dello stesso.
“ Grazie Presidente per avermi dato la parola.
Saluto il Sindaco, gli Assessori e l’intero Consiglio Comunale di cui mi onoro di far parte.
Prima di entrare nel merito delle importanti e delicate questioni da affrontare in questa giornata sento il bisogno di augurare alla città, che simbolicamente abbraccio, di riuscire a riemergere definitivamente da questa apnea che dura oramai da troppi anni.
E’ necessario prima di tutto invertire la rotta e l’inversione deve essere data prima di tutto dal Consiglio Comunale con le scelte che andrà ad operare, quale organo politico supremo, e dall’Amministrazione tutta guidata dal Sindaco.
Il primo segnale a mio sommesso avviso che questo Consiglio e questa Amministrazione deve dare è di voler finalmente gestire la città con criteri di trasparenza e partecipazione.
Tuttavia non si può invocare la partecipazione della città e della popolazione solo quando dobbiamo invitarli al pagamento delle tasse per poi non renderli partecipi allorquando i loro soldi devono essere spesi.
I cittadini hanno diritto di sapere che fine fanno le cospicue somme che pagano (perché non tutti ovviamente sono evasori) a titolo di tributi.
Vogliono sapere a chi vengono regalati i loro soldi per servizi che non vengono resi o se vengono resi sono veramente minimi.
Dunque non si può invocare la partecipazione della comunità solo dal lato passivo!
Lo stesso dicasi per il Consiglio Comunale.
Non si può invocare la partecipazione dell’intero Consiglio Comunale, compresa l’opposizione, per poi ritrovarci ogni volta, in Consiglio, con delibere già precostituite senza alcun coinvolgimento nelle scelte.
Tutto è già pronto, preconfezionato sia alla maggioranza che all’opposizione.
Vedo che in questo Consiglio vi è una maggioranza che si limita ad alzare la mano e dire “Yes man” a tutto quello che decide qualcun altro.
Io dell’opposizione dico No alle vostre scelte ma non per partito preso ma perché non sono scelte partecipate.
Si è vero alcuni passaggi formali per farmi credere che tutto avviene nella più assoluta trasparenza e partecipazione c’è ma è solo di facciata.
Detto questo Vi invito a cambiare rotta perlomeno, Caro Sindaco, per essere coerente con le dichiarazioni fatte sia in campagna elettorale che nel discorso di insediamento del Consiglio.
All’epoca avete parlato di coinvolgimento di tutti i gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione.
Ciò non è vero e lo dimostra proprio la mancata trasmissione formale della delibera 65/2013 nell’immediatezza della pronuncia.
Importantissima e fondamentale delibera.
Anzi come ho già avuto modo di dichiarare Benedetta la Delibera della Corte perché ci ha permesso di entrare dentro le irregolarità, per usare un eufemismo, del Comune.
Ora ci ritroviamo con la Corte che chiede al Consiglio Comunale l’adozione delle misure correttive e queste non vengono neppure discusse in quanto ancora una volta avete portato in consiglio ciò che solo una parte minima del consiglio vuole.
Il Consiglio, sono certa, se fosse stato reso compiutamente edotto delle possibili strade da intraprendere sono sicura che avrebbe SCELTO ALTRO. E non è ancora detta l’ultima parola!
E veniamo alla note dolenti.
Intanto è evidente dalla bozza (definitiva) di delibera consigliare predisposta che mi è stata consegnata due giorni fa che il Consiglio si vuole limitare e dico limitare di rispondere alla Corte dei Conti indicando le misure Correttive adottate con gli strumenti ordinari di cui agli art. 193 e 194 TUEL.
Mi chiedo e vi chiedo Caro Sindaco, Cari Assessori, Cari Consiglieri di maggioranza ma siete consapevoli dei rischi che si corrono?
Siete informati sulle probabili conseguenze di questa risposta riduttiva, e lo ripeto, risposta riduttiva che intendete dare all’organo che sta controllando i nostri bilanci?
Ebbene la Corte può ritenere le misure adottate non sufficienti, non adeguate, inidonee e chiederci, se siamo fortunati, una integrazione, peraltro non prevista da nessuna norma, se invece ritiene che non ci siano proprio i presupposti ci assegna il termine perentorio di 30 giorni entro i quali adottare le misure correttive e se si continua nell’inadempimento manda gli atti al Prefetto che assegna il termine per la dichiarazione di dissesto da parte del Consiglio Comunale.
Conseguenze del dissesto:
In primo luogo, il dissesto incide sull’esercizio del mandato perché consegue l’effetto di separare la gestione ordinaria dell’Ente (che continua ad essere affidata agli amministratori) dal pregresso (che, invece, diviene oggetto di una procedura vincolata ex lege sotto la responsabilità di un organo straordinario di gestione) e dunque sottrae alla competenza dei consiglieri comunali un rilevante spazio di gestione, peraltro costringendo l’Ente ad una serie di misure correttive che sono obbligatorie (come l’innalzamento delle aliquote della tassazione locale) e che incidono nella potestà di autorganizzazione e sull’autonomia di governo del Comune, così comprimendo ulteriormente le corrispondenti facoltà propositive e decisionali dei consiglieri comunali.
In secondo luogo, la deliberazione con cui si prende atto del dissesto finanziario dell’Ente comporta l’attivazione di una speciale indagine circa la posizione degli amministratori che, se riconosciuti anche in primo grado da parte della Corte dei Conti responsabili a titolo colposo o doloso del dissesto stesso, subiscono pesanti limitazioni quanto alla capacità di ricoprire incarichi pubblici e candidature (art. 245, comma 5 del dlgs 267/2000):
Io non voglio arrivare a questa nefasta conclusione.
Ed è per questo che ho chiesto con la mozione oggi presentata l’adozione del piano di riequilibrio.
La procedura di riequilibrio finanziario pluriennale assume una sua peculiarità per il fatto che, pur presupponendo una situazione di evidente deficitarietà strutturale prossima al dissesto, ipoteticamente idonea a dar luogo al dissesto guidato tende a valorizzare la responsabilità dell’Amministrazione, organi ordinari dell’Ente nell’assunzione delle iniziative per il risanamento ai quali attribuisce la piena disponibilità della iniziativa. E’ uno dei principi fondamentali del federalismo fiscale perché tende a rafforzare la responsabilità di mandato degli amministratori.
Il punto è proprio questo e la domanda sorge spontanea.
Il Sindaco e gli organi consiliari hanno il coraggio di assumersi questa responsabilità?
Il linea teorica dovrebbero averlo perché dobbiamo ricordarci che tutti noi quando abbiamo scelto di impegnarci politicamente e candidarci alle ultime elezioni eravamo consapevoli delle gravi condizioni del nostro Comune e sui palchi urlavamo tante belle iniziative.
Anzi l’attuale Sindaco è stato votato per la sua esperienza politica e amministrativa e ora? Come mai questa esperienza non la mette in campo? Vuole solo trainarci verso il dissesto?
“Io non ci sto” e chiedo espressamente al Sindaco e a questa maggioranza: abbiate il coraggio di assumervi la responsabilità per cui siete stati eletti.
Dovete farlo secondo il Virgiliano Sic Vos non vobis. (Così voi non per voi)!!!
Invece, la favola che ci raccontate è che il termine è scaduto. Che la scelta del piano di riequilibrio l’avrebbero dovuta fare i Commissari e non l’hanno fatta e dunque la responsabilità è loro se non si fa.
Il Sindaco dichiara che non facciamo in tempo.
I professori Universitari, capitanati dal prof. Iorio, Docente di Diritto Sanitario (sic!), dicono che l’intervento della Corte dei Conti con la delibera 65/2013 inibisce il ricorso al piano.
Ma questo non è vero anzi è un macroscopico errore.
Prima però bisogna informare la città di tutte le occasioni perdute.
La prima è stata con la relazione di inizio mandato. In quella occasione piuttosto che limitarsi al “temino di italiano” avrebbe dovuto dichiarare immediatamente di voler adottare il piano di riequilibrio. E non lo ha fatto!
Poi alla presentazione delle linee programmatiche in cui già iniziava ad affacciarsi la Corte che chiedeva chiarimenti. E neppure allora lo ha fatto
Dunque due momenti importanti persi. E ora ci viene a dire che il termine è scaduto.
Ma non è così.
E vi dimostro perché:
La procedura delineata dall’art. 6 d.lgt.149/2011, c.d. dissesto guidato, è una procedura complessa che si articola in più fasi.
La prima è l’accertamento degli squilibri di bilancio, delle irregolarità contabili etc e produce l’effetto costitutivo dell’obbligo a provvedere in capo all’Ente.
Questa prima fase procedimentale si caratterizza, quindi, per il primo approdo valutativo concluso dall’organo di controllo sulla situazione di precarietà finanziaria dell’ente e sui rimedi idonei a recuperare condizioni di equilibrio strutturale.
Alla seconda fase seguono poi, le ulteriori verifiche delle Sez. Reg., che possono concludersi con il definitivo ed irreversibile accertamento del persistere dell’inadempimento delle misure correttive e della sussistenza delle condizioni di dissesto.
In pratica dall’assegnazione del termine fino all’adozione della delibera della Sez. Reg. che accerta il persistente inadempimento, si collocano ulteriori segmenti procedimentali nei quali confluiscono altre valutazioni di merito da parte dell’organo di controllo.
Dunque secondo la Corte dei Conti Sez. autonomia con la delibera n. 1/2013 che è organo Supremo rispetto al Sez. reg. la presentazione della deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio sospende la procedura di dissesto guidato, salvo che, alla data di presentazione della delibera stessa la sez. reg. di controllo abbia già adottato la delibera di accertamento del perdurare dell’inadempimento da parte dell’Ente locale delle misure correttive e della sussistenza delle condizioni di cui all’art. 244 del TUEL.
A questo punto prima che sia veramente troppo tardi l’unica scelta veramente importante e coraggiosa è quella di lavorare, ma veramente tutti insieme, per l’adozione del piano di riequilibrio.
Un’ ultima cosa. La città dovrà sapere che se il piano non verrà adottato la responsabilità e di questa amministrazione, di questo sindaco e di questa maggioranza.
E’ per colpa vostra che questa città non vedrà più la luce per il prossimo decennio. Se ci va bene.
Il Consigliere Comunale
Avv. Elvira Campana