“Dal 2007 ad oggi sono diverse centinaia gli addetti e le imprese che operano nel mondo dell’edilizia locale e che hanno chiuso definitivamente i battenti, perché la grave crisi che sta attraversando il comparto dell’Edilizia a Corigliano sta determinando tensioni quotidiane con negative ripercussioni sull’occupazione e sulla stessa attività produttiva”. E’ questo il grido d’allarme di un imprenditore che opera in questo mondo da parecchi anni nella zona industriale di Corigliano.
“Per questo – continua l’imprenditore – occorre rimettere immediatamente in moto il volano dello sviluppo ed in tale direzione deve essere indirizzato l’impegno costante delle Pubbliche istituzioni e degli Enti locali, finalizzato all’attuazione di un piano organico di progettualità, particolarmente nel settore delle infrastrutture e della cantierizzazione delle opere per le quali sono state completate le relative procedure di approvazione e di esecuzione. La denuncia, rappresenta una fondata preoccupazione per l’andamento del comparto in tutti il comprensorio che continua a fare registrare flessioni marcate e con mancanza di prospettive per la ripresa dell’attività. La drammaticità della situazione, che per il futuro non lascia intravedere quadri meno desolanti, è descritta con rammarico. In meno di sei anni si è avuto un dimezzamento dell’attività complessiva edile nel nostro territorio.
Nell’anno corrente, che volge al termine, si prevede che le ore lavorate sono diminuite considerevolmente. Dal 2007 anno di inizio della congiuntura sfavorevole, sono stati espulsi dal settore centinaia di imprese hanno chiuso definitivamente i battenti. Malgrado gli enormi sforzi fatti, nel tentativo di superare la recessione, dall’imprenditoria locale, che ha dovuto sostenere massicci investimenti soprattutto nel settore privato, esponendosi in molti casi in maniera notevole verso il sistema creditizio, i tempi della ripresa sembrano spostarsi ogni giorno più in avanti, creando i presupposti per la definitiva destrutturazione del tessuto produttivo. La crisi settoriale, la volontà si operare con prodotti che spesso a costi maggiori vengono acquistati fuori dal territorio di competenza, la carenza di controlli nei cantieri, il dilagare del lavoro nero e irregolare e la necessità di politiche più attente da parte delle istituzioni locali: provocano continuamente problemi, soprattutto occupazionale per i tantissimi nuclei familiari fortemente colpiti e danneggiati dalla congiuntura economica e sociale degli ultimi anni. L’appello che rivolgo – continua l’imprenditore – ai rappresentanti istituzionali, e quella che, la gravità della situazione deve stimolare le Parti sociali, gli Enti di spesa, gli Enti locali, le Pubbliche istituzioni e, specificatamente, il Sistema bancario ad avviare un programma comune di attività da realizzare con urgenza, con un piano dettagliato delle opere incompiute, al fine di prevenire ulteriori fenomeni di degrado e di involuzione che incidono negativamente sulla pacifica convivenza sociale e sulla stabilità dei rapporti umani. Per questo, i vari Comitati di Presidenza devono fare appello a tutti i soggetti che hanno a cuore le sorti del nostro territorio, con l’auspicio di non rimanere, ancora una volta, inascoltati. È necessario superare l’idea, sbagliata, che il momento deve passare, non possiamo e non dobbiamo rassegnarci all’immobilismo, perché la crisi sia edile che occupazionale si supera solo con interventi positivi in direzione della crescita e dello sviluppo.
Grazie…..”