Passata la fase euforica delle ideologie del 900, i partiti si trascinano oggi, stancamente verso il basso, finendo di appassionare solo gli addetti ai lavori o coloro i quali hanno interessi personali o portatori di interessi particolari e di parte. Oggi, si commette l’errore di volere partiti stile America, la base usata solo per acclamare i leaders, i quali, una volta acclamati, ignorano le esigenze e gli interessi generali della collettvità e, per avere consenso si rivolgono ai cittadini che vengono trattati non in quanto tali ma, come se fossero consumatori o telespettatori;
leaders che tendono a svuotare i partiti di contenuti e contano solo sull’apparire. Una volta al potere poi, si ci limita a gestire quello che è gestibile, senza un progetto vero e reale, qualunque sia la parte sia di destra che di sinistra, tutto appare un mantenimento del potere e una conservazione di privilegi della casta, di consociativismo, di ordini e di enti inutili; pronti ad accogliere gli amici come dirigenti, con stipendi da capogiro. Per fare questo, i cosiddetti capi bastone, hanno bisogno di essere portatori di “pacchetti di tessere” senza che mai, in effetti, che si vedano gli iscritti nei circoli e venendo utilizzati solo come strumento di legittimazione per raggiungere posizionamenti in ogni competizione fuori e dentro il partito. Il Partito Democratico, ha cercato di ovviare a questo sistema utilizzando il metodo delle primarie rimanendone a sua volta ostaggio per la pratica, ormai consolidata nel tempo, della gestione delle tessere escludendo dalla partecipazione democratica chi non ha capacità economica di gestire pacchetti di tessere ma, che, invece, nelle competizioni elettorali ha avuto, anche se con una manciata di voti, il consenso democratico dei cittadini a rappresentare il partito. In sostanza, c’è il rischio che, nelle primarie del Partito Democratico, a rappresentare il partito all’Assemblea provinciale, non siano coloro i quali lavorano effettivamente o che si sono candidati alle precedenti elezioni amministrative con il solo scopo di far rinascere la fiducia e il consenso ad un partito vituperato e violentato da logiche di contrapposizione incomprensibile. E’ arrivato il momento che i candidati a Segretario Provinciale del Partito Democratico che, comunque, accettano e sottoscrivono i componenti candidati nelle liste di appoggio presentate in ogni circolo, a far ricadere la scelta in primis sui candidati nelle competizioni elettorali che sono effettivamente gli unici ad aver avuto il reale consenso democratico.
Se questa regola venisse inserita nello statuto regionale porterebbe a:
1) maggiore entusiasmo per la partecipazione alle elezioni amministrative come candidati a consigliere comunale in funzione anche del fatto che si potrebbe così partecipare a competizioni interne al partito.
2) maggiore partecipazione attiva all’interno dei circoli e conseguente svuotamento inconsulso dei “pacchetti di tessere”.
Ma, forse, a qualcuno questo non piace. Per non parlare poi del nepotismo, ci sono famiglie che, hanno quasi tutti i componenti intruppati in incarichi istituzionali vari, come le famiglie reali che, sono tali per volere divino ma, ci dimentichiamo poi che, il nepotismo insieme alla corruzione sono state le cause del disfacimento dell’impero romano. Purtroppo, la storia per quando ri ripeta, si dimendica.
Salvatore De Luca