Si è svolto nei locali del palazzo Garopoli, organizzata dall’Assessorato all’Urbanistica, dimostratosi sensibile alla problematica, un incontro tra i progettisti del PSA, futuro piano urbanistico di Corigliano, ed i cittadini-tecnici “nell’intento di rendere partecipativa la divulgazione del Documento Preliminare del PSA”come recita l’invito.
Credo che sia giunto il momento di fare chiarezza su come stanno andando le cose, visto il fragoroso silenzio dei partiti, di maggioranza ed opposizione, che su questo argomento non hanno mai, dico mai, proferito parola, dimostrando, se ve ne fosse ancora bisogno di dimostrarlo, che di fatto essi sono disinteressati al futuro di questo territorio! Il Piano Strutturale Associato, tanto per non parlare solo agli addetti ai lavori, sostituisce quello che una volta si chiamava Piano Regolatore Generale, e determina il futuro dello sviluppo territoriale dei prossimi dieci anni, sviluppo o arretramento a seconda se lo strumento attuato risulterà adeguato o meno. Questa specificità determina quindi la grande responsabilità dell’Amministrazione Comunale che si prenderà l’onere o l’onore di approvare e rendere operativo tale strumento normativo, che di fatto dobbiamo sapere, è lo strumento che determinerà dove, quando e come si svilupperà se si svilupperà in futuro la nostra città, non solo, ma determinerà anche se si sedimenteranno ed in quali direzione andranno le future rendite speculative o di posizione che sul nostro territorio si andranno a concretizzare, decidendo se prenderanno più la via del pubblico o del privato, ma non basta, si deciderà anche se questo paese merita di avere un futuro per i servizi che gli mancano, se sarà una città che si svilupperà in alto o in largo, se sarà più verde o grigia, se sarà a dimensione d’uomo o di speculazione e se in questo futuro ci sarà posto per opportunità di sviluppo e lavoro per le nuove generazioni, e se sarà una città che ritroverà il rispetto di sé stessa e dei suoi cittadini, ritrovando e rivalutando le sue radici, ora sterili e neglette .
Tutte queste opportunità e risorse sono insite nella redazione di questo Piano, eppure la città non ne parla, nessuno ne discute, lasciando che ad occuparsene sia uno sparuto gruppo di tecnici, peraltro stranieri in terra straniera, senza l’ausilio di uno straccio di tecnico locale che possa dare il contributo che solo chi vive ed opera qui è in grado di dare, almeno in termini di conoscenza del “genius loci” o delle storie ed aspirazioni dei cittadini che qui hanno visto nascere e morire le loro origini! Niente di tutto questo è all’orizzonte, Corigliano si sta preparando ad accogliere, anzi a subire un asettico”programma edificatorio” perché in estrema sintesi questo ci si sta proponendo, un programma edificatorio senza anima e senza prospettive di sviluppo infrastrutturale ma sopratutto, cosa più grave “figlio di nessuno”.
Già ” filius m. ignotae” in quanto nessuno ne avoca la maternità, essendo redatto a cavallo di quattro amministrazioni tra legittime e commissariali. Quindi uno strumento al quale è mancato la “committenza” in quanto i progettisti hanno potuto operare al netto di qualsiasi imput che gli derivasse dai legittimi “proprietari” del territorio: i cittadini con le loro rappresentanze amministrative.
Questo piano é quindi nato e sviluppato, nella migliore delle ipotesi “in provetta” frutto di statistiche e di congiunture di astruse “planate ed atterraggi di cubature”. Eppure la legge Urbanistica Regionale aveva dato la possibilità di evitare tutto questo prevedendo nell’iter della redazione uno strumento semplice ma estremamente efficace: la partecipazione, la partecipazione dei soggetti “utilizzatori finali” del Piano: i cittadini, che avrebbero dovuto essere l’ennesimo progettista incaricato, il più titolato ed interessato alla sua riuscita, la legge lo prevede, infatti la cittadinanza sarebbe dovuta intervenire in modo attivo e qualificante determinando il taglio da dare all’opera, dall’impostazione alle scelte finali attraverso contributi consapevoli derivanti da saperi tecnici e sperimentali filtrati attraverso il vivere nei nostri territori. Invece riducendo il cittadino a convitato di pietra si è voluto percorre altre strade, quella della burocrazia formale sterile e vuota, che non approda da nessuna parte men che meno nei lidi delle domande e delle risposte anche difficili ma che sono quelle della ricerca del tentativo della scoperta delle nuove opportunità, anziché trincerarsi nella vuota consuetudine portatrice del nulla intellettuale!Opportunità perse si diceva, certo, quando si pensa che questo Piano Associato di Cinque Comuni dello Jonio Cosentino si sovrappone su uno dei sei territori regionali sede di Area Urbana appunto l’Area urbana Corigliano-Rossano! Poteva essere una grande opportunità di studio e di ricerca urbanistica e non trattato come uno dei soliti “polli da batteria” che propinano questi blasonati studi professionali itineranti per la italica penisola! A dispetto dei negletti tecnici locali sempre più ignoranti e bistrattati, costretti a prestarsi da cavalieri serventi all’importante Studio di turno che concede loro di prostituirsi per poche spiccioli, relegandoli al ruolo di procacciatore di dati e di “amicizie”, e questo grazie anche alle locali burocrazie che dimostrando una spiccata provincialità, non si sono mai spese nell’intento di proporre una riserva seppure minima di partecipazione dignitosa alla classe tecnica”indigena”.
Oggi però Corigliano ha una nuova Amministrazione, che rappresenta, nel bene o nel male, pienamente la cittadinanza, ci può essere la possibilità di rialzare la testa e di riappropriarsi del proprio ruolo, forse non tutto è ancora perduto, forse possiamo ancora fare a tempo a dare un cognome a questo Piano, io credo che esistano gli spazi e La possibilità di reindirizzare le scelte, di ricalibrare gli interventi di dare un carattere al futuro, e sopratutto di aprire in questa città assopita in un sonno mortale della politica un dibattito sul futuro nostro e del nostro territorio, ridiventando protagonisti e non inutili comparse.
Mario Gallina, architetto,
già assessore all’urbanistica di Corigliano