Ho appreso dalla stampa con enorme soddisfazione personale che ben 9 Consigli Regionali, fra i quali anche quello calabrese, hanno richiesto in data 30.9.2013, ultimo giorno utile, alla Corte di Cassazione l’ammissione di un referendum popolare per l’abrogazione della sciagurata Legge n. 148/2011 nonché dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012 con i quali il Parlamento, ma soprattutto il Governo italiano, hanno stravolto il sistema dell’organizzazione dei presidi giudiziari sull’intero territorio nazionale.
L’iniziativa dei Consigli regionali, coordinati dall’avvocatura nazionale, è evidente che rappresenta una legittima ribellione democratica ad un evidentissimo “abuso di Stato”.
Affermo con decisione tale assunto in quanto nella vicenda che ha riguardato la soppressione dei Tribunali e degli Uffici del Giudice di Pace, il Governo Monti prima e il Governo Letta dopo sono rimasti per ben due anni sordi alle legittime aspettative e alle richieste provenienti dai territori, giungendo persino a non “rispettare” la volontà espressa dallo stesso Parlamento italiano sia in sede delegante sia in sede consultiva. Una vergogna italiana insomma, una vicenda assurda e drammatica posta in essere scientificamente da gruppi di poteri occulti ed interessati, assolutamente privi di rappresentanza democratica che hanno agito nel nome di un’infondata e pretestuosa esigenza del contenimento della spesa pubblica.
L’iniziativa delle Regioni, fondata sull’art. 75 della Carta costituzionale, che ammette la possibilità dell’esperimento del referendum abrogativo di una legge nazionale quando ne facciano richiesta cinque consigli regionali, rappresenta il primo esempio in Italia di come Istituzioni pubbliche democraticamente elette e rispettose della volontà popolare possano legittimamente e con forza contrastare un potere centrale governativo ormai lontano anni luce dai cittadini e concentrato unicamente nel tentativo di mantenere i propri privilegi e le proprie prerogative.
La riforma della geografia giudiziaria del resto, contrariamente a quanto ha sostenuto anche di recente pubblicamente il ministro Cancellieri, sta creando sull’intero territorio nazionale danni e disagi rilevanti oltre che agli operatori del diritto, avvocati, giudici, lavoratori del comparto giustizia, anche e soprattutto ai cittadini costretti a subire ingiustificatamente aggravi di spese e dinieghi di giustizia di diverso grado e gravità. Del resto basti pensare all’ingiusto accorpamento del Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari, ossia ad un Tribunale ancora non in grado di “ospitare” nulla e nessuno, per rendersi conto dei danni che sono stati causati in tutta Italia.
Presto dunque il popolo sovrano sarà chiamato a fare “giustizia” di una legge assurda ed antidemocratica. Tale esempio di reazione istituzionale delle Regioni italiane, infine, mi auguro che possa rappresentare per il futuro un valido strumento democratico da utilizzare con forza ed efficacia avverso ogni legge statale che pregiudichi in modo rilevante gli interessi e le prerogative delle autonomie locali.
Avv.to Luigi Iacino
(PD)