Sta per partire la nuova campagna 2013 delle clementine, arance e agrumi in generale, produzione e fonte economica importante per Corigliano e per l’intera Piana di Sibari, che vanta la più grossa produzione di clementine su tutto il territorio Nazionale. Da sempre e fino agli anni ’90 Corigliano è stata una cittadina con una solida economia fondata sull’agricoltura e sulla pesca, la gente lavorava i campi e andava a mare con passione e determinazione,
certi che i loro sacrifici sarebbero stati gratificati con un buon raccolto (DOC) e ottimi profitti, guadagni che creavano ulteriore sviluppo di mercato, poiché destinati ad investimenti che generavano ricchezza, come l’acquisto di beni mobili ed immobili. Oggi quei tempi ci sembrano così lontani e quei risultati sono diventati una chimera trasformandosi in misere coperture delle spese e, come dicono i produttori demoralizzati, non resta neanche “un pacchetto di sigarette”. Questa realtà deludente che impoverisce il territorio e non stimola al lavoro nei campi, è una piaga che potrebbe essere risanata attraverso le “cure” di tutti i cittadini, ognuno nella propria misura e ruolo. Un grosso contributo dovrebbe partire dai commercianti agricoli locali, garantendo un guadagno dignitoso ai produttori che invogliati potrebbero offrire lavoro a giovani disoccupati e far ripartire quella macchina di investimenti che genera ricchezza per tutti poiché la forza della collettività e la forza di un paese. Il mio vuole essere un invito soprattutto ai commercianti agricoli di innescare quell’economia giusta per far ripartire tutto, ricordando loro una citazione di E.Burke “Le uscite, le grandi uscite di denaro, possono essere una parte essenziale della vera economia”, ed una di C.N.Brown “Se il benessere individuale significa il malessere collettivo, significa che i conti dell’economia non tornano”.
Giorgio T.