Si tratta di Giuseppe Oliva, autore della scultura “Fusione”.
È nativo di Stoke-on-Trent (GB) ma è ormai da considerarsi a tutti gli effetti un cittadino di Corigliano, comunità nella quale vive da anni con la sua famiglia e dove lavora come assistente amministrativo presso l’Iti–Ipsia “Nicholas Green”. Stiamo parlando dell’artista Giuseppe Oliva che, con la sua splendida scultura “Fusione”, è stato selezionato per partecipare alla decima edizione della prestigiosa Biennale d’Arte Internazionale di Roma,
organizzata dal CIAC (Centro Internazionale Artisti Contemporanei), in programma nel gennaio 2014 in Piazza del Popolo, Sale del Bramante e Galleria Lagostiniana.
Giuseppe Oliva ha ottenuto il primo posto nella categoria “Scultura” con l’opera “Fusione” (nella foto) e il diritto di partecipazione alla Biennale nel corso di una manifestazione svoltasi nei giorni scorsi presso Palazzo San Bernardino di Rossano. Il curriculum di questo talentuoso artista, molto apprezzato sia come pittore che come scultore, è ricco di partecipazioni a mostre e concorsi: “Festival delle Serre” (Cerisano 1998), “Artisti in Tour” (Rossano 2000), Mostra Personale (Schiavonea di Corigliano 2005), “Rossano Bizantina” (Rossano 2005), ottenendo il secondo premio con l’opera pittorica “La Pietà – Remake”; “CreativitArte” (Corigliano 2009), Mostra Personale (Vaccarizzo Albanese 2013), “Visioni dal Futuro” (Corigliano 2013), conseguendo il primo posto nella categoria “Pittura” con l’opera “Gradini”.
“Nel campo scultoreo – si legge nelle motivazioni del riconoscimento – Giuseppe Oliva attua una delle costanti che più lo caratterizza, quella di riuscire a far sì che avvenga una continua compenetrazione tra i corpi che riporta alla luce dalla pietra. Il soggetto in questione, l’opera chiamata “Fusione”, ci riporta l’unione tra due corpi, uno maschile ed uno femminile, adagiati su un letto posto in verticale. Le linee che i corpi disegnano riescono quasi ad annullare il genere femminile e maschile che i due corpi rappresentano, arrivando ad una sintesi, una “Fusione”, per cui l’uomo e la donna diventano un’identità unica e indivisibile. Il tutto è rimarcato dall’assenza di una precisa fisionomia dei volti, che apre lo sguardo verso un nuovo tipo di gender. I volti dei corpi non hanno un benché minimo rimando alla realtà e creano nuovi generi di umanoidi. Un ruolo molto importante viene giocato dal contesto in cui vengono inseriti i corpi, ovvero un letto. In questo caso proprio il letto ha la capacità di prendere le sembianze di un tavolo operatorio, su cui l’artista opera la sua personale visione degli esseri umani, arrivando alla sperimentazioni di nuovi gender umanoidi, proiettati verso futuribili visioni di nuove creature viventi, che hanno lasciato alle loro spalle la suddivisione per generi, maschile e femminile, formando così una nuova specie, in cui le differenze vengono annullate a favore di un’armonia comune delle forme e della vita”.
Fabio Pistoia