Quali interessi il territorio ne trae dalla sua permanenza a Rossano?
E’ bastato a suo tempo l’annuncio del ministro Cancellieri ”governo Monti- PD – PDL” per dare vita ad iniziative di strada, blocco delle attività del tribunale, presunte iniziative parlamentari, blocco della S.S.106, petizioni popolari, tra l’altro senza riscontri reali tra i cittadini se si esclude l’interesse non tanto compatto tra gli stessi avvocati, ed infine la geniale ed ultima iniziativa dell’altro ieri: salire come tanti bambini entusiasti dell’avventura sul tetto del tribunale.
Mi chiedo, perché prima di arrivare a questo, i diretti interessati ”avvocati, giudici ed affini” non abbiano domandato ai politici locali i motivi della chiusura e del suo trasferimento? Del perché si è arrivati a questo e perché non si chiede conto a chi a suo tempo in parlamento,”Montecitorio”, votò per la soppressione del tribunale e di quei pochi treni a lunga percorrenza che partivano dal sud o quando qualche politico forse distratto, figlio del territorio affermò in parlamento che il territorio della Sibaritide era immune da episodi criminali. Sono convinto che chi ha cuore il futuro del territorio e lo vive ogni giorno si renda conto di quanto sia marginale avere o no un tribunale sotto casa o averlo a poche decine di chilometri di distanza in confronto ai tanti altri problemi più urgenti rimasti irrisolti e mai presi in considerazione. In una fase di crisi come questa, pretendere di contare e fare affidamento su una classe politica efficiente conta molto di più della permanenza o no del tribunale? Quali contributi concreti porta la permanenza del tribunale alle città quali Rossano e Corigliano? Chi non dice la verità, rimane subordinato ad una precisa scelta politica fatta dei soliti escamotage che mirano a non scontentare una determinata lobby utile al momento opportuno al consenso politico. E’ una battaglia di retroguardia che può fare solo chi non ha a cuore l’interesse generale di un’intera comunità, una battaglia dove la fa da padrone il vuoto di idee e di proposte di una classe politica dominata non solo da calcoli elettoralistici, interessi di parte ”avvocati, i cosiddetti principi del foro di Rossano” strategie da campagna elettorale, di cui ai cittadini, oggi interessa poco o nulla. Insomma, la strategia è soffiare sul fuoco della sfiducia e della paura sperando di racimolare qualche voto sulla scia dello smarrimento dei cittadini. Pensare che qualcuno se ne compiaccia per non vedersi privato di interessi economici e magari ci rida su fa tristezza e dovrebbe quanto meno indignare. Il territorio avrebbe bisogno oggi, di persone in grado di confrontarsi sul futuro con coraggio e senso di responsabilità. Forze capaci di fare autocritica, di confrontarsi con i cittadini e riflettere sugli errori per poi ricominciare, consapevoli che il futuro al di là della permanenza o meno del tribunale ci presenta sfide tali da far tremare i polsi: la crisi economica, la questione del lavoro che non c’è, il rilancio della politica e l’appropriazione della dignità da parte di un territorio svenduto a giochi politici ben chiari. Ci vuole coraggio, proposte, spirito di servizio, priorità che dalle parti del centro destra e in minor parte del centro sinistra mancano del tutto. Da tempo, gli avvocati, i più noti, i più interessati a questa gallina dalle uova d’oro non esitano a fare scudo, strumentalizzando qualsiasi cosa pur di trovare un appiglio per i loro no. Per quanto riguarda i politici lo schema e le iniziative adottate sono chiare: prendere tempo, sperare in un altro governo, logorare il territorio limitrofo al tribunale, cercando poi di raccogliere i frutti dello scontento da gettare sugli avversari e continuare come prima: imporre in qualsiasi modo la propria influenza agli addetti ed a chi amministra la giustizia tramite amici consenzienti riuscendo molte volte a deviarne i percorsi giudiziari, improntati per buona parte su processi e su sentenze per presunta o vera mala sanità che il più delle volte vengono ribaltate dalla corte di appello di pertinenza al territorio. A conferma di ciò, basterebbe andare a risentirsi le dichiarazioni del Procuratore Pignatone, rilasciate a suo tempo alla trasmissione: “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio per accorgersi che la linea adottata dal governo Monti in materia di rivisitazione della mappa giudiziaria è consequenziale alla realtà vera e non virtuale del territorio della sibaritide in materia di illegalità, tenendo conto tra l’altro dei frutti, pregi, difetti, inadempienze, durata dei processi e competenze della macchina giudiziaria riguardante i tribunali della nostra regione.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire.
Luzzi Giorgio.