Prendiamo atto con piacere del fatto che la spinosa questione degli uffici del Giudice di Pace, sin qui praticamente snobbata dai partiti politici e dai movimenti civici veri o falsi che siano, riceve in questi giorni la giusta attenzione.
Mentre noi chiedevamo e ottenevamo già nel marzo scorso di essere ricevuti dalla Commissione Straordinaria per scongiurare la chiusura dell’Ufficio e studiare la soluzione migliore, il centro-destra e il centro-sinistra decidevano di non prendere nessuna posizione sulla faccenda, ignorando totalmente la suddetta tematica nel corso della loro campagna elettorale.
In sostanza, i nostri politici hanno adottato il classico atteggiamento di chi è sempre pronto a fare mera propaganda politica, mettendo da parte i problemi per poi rispolverarli secondo le convenienze del momento, e prendendo posizioni strumentali finalizzate solo a perseguire un proprio tornaconto politico e non il bene della collettività.
Sul plesso di San Francesco si sta in questi giorni dicendo tanto, preferendo come già detto restare sulle proprie posizioni preconcette e rifiutandosi ottusamente di analizzare la questione con obiettività.
Il MoVimento 5 Stelle chiede che vengano presi in considerazione i diversi interessi in gioco: da una parte la necessità che l’ultimo presidio di legalità e giustizia presente sul nostro martoriato territorio possa continuare a svolgere la sua funzione; dall’altra il sacrosanto diritto all’istruzione dei bambini di San Francesco. Una possibile soluzione, in ragione del paventato spostamento di poche centinaia di metri delle classi che attualmente sono allocate nel plesso di San Francesco, potrebbe essere quella di fornire, in forma totalmente gratuita per le famiglie indigenti o in riconosciute difficoltà economiche e sociali, un servizio di navette che trasporti i bambini da casa a scuola e vice versa. Potrebbe trattarsi di un giusto compromesso, realizzabile con un impatto ridotto sulle casse comunali, che terrebbe in giusto conto sia le esigenze dei bambini, sia quelle della collettività legate al mantenimento in vita degli uffici del Giudice di Pace.
In ogni caso, ci auguriamo che la decisione definitiva venga presa nelle sedi idonee, nel segno del dialogo e della più ampia concertazione possibile, e non venga al contrario unilateralmente imposta dalla giunta o dalla maggioranza, che già in altre circostanze si è dimostrata pericolosamente autoritaria.