Finalmente oggi sono riuscito a comprendere l’ordinanza n° 79 del neo sindaco del 24 giugno 2013. In quel documento il sindaco ordinava il divieto di balneazione in prossimità dei nostri fiumi. Tale divieto scaturiva dal decreto 7225 del 13.05.2013 del D.D.G. dipartimento regionale politiche dell’ambiente. In realtà in tale decreto i dati forniti dall’ARPACAL mostravano una qualità delle nostre acque di balneazione in alcuni casi buona ed in altri addirittura eccellente,
dati chiari e netti che non lasciano nessun dubbio o incertezza. Ieri invece si è venuti a conoscenza dell’operazione Calipso, sequestrati 12 depuratori sullo ionio ed in particolare leggo “ L’inquinamento si limita pero’ – e’ stato precisato – alle aree delle foci dei fiumi, quindi senza un pericolo per la balneazione se non limitato a poche centinaia di metri.” Insomma i fiumi sono inquinati ma tale stato scompare magicamente alla foce del fiume. Come se le sostanze inquinanti si dissolvessero magicamente a contatto con l’acqua salata che funge così da depuratore naturale. Quindi sembrano essere salvi i dati resi dal decreto del dirigente regionale, salvo l’operato dell’ARPACAL e salva anche l’ordinanza del sindaco. Ma tutto ciò non è del tutto vero, proprio in virtù del decreto legislativo n.116/2008, a cui i tre enti fanno riferimento, che nell’art.15 precisa: e)laddove la balneazione e’ vietata, avviso che ne informi il pubblico, precisandone le RAGIONI; f) ogni qualvolta e’ introdotto un divieto di balneazione permanente, avviso che l’area in questione non e’ più balneabile con la RAGIONE DEL DECLASSAMENTO. Queste informazioni sono completamente assenti in tutti i documenti ufficiali, non esiste nessun rischio inquinamento da dover monitorare e classificare, perché le nostre acque ufficialmente non presentano alcun tipo di rischio. Vedremo se l’intervento della procura riuscirà a rimuovere i paraocchi a chi continua a non capire che con l’ambiente e con la nostra salute non si può scherzare.
Libero Pensatore