Dima ha finalmente gettato la maschera rivendicando, come il Movimento 5 Stelle aveva già anticipato da tempo, la paternità del progetto politico che ha portato Geraci all’elezione a sindaco, ammettendo tra le altre cose che due delle famigerate cinque liste erano direttamente riconducibili a lui, e che attualmente vi sono sei consiglieri comunali, da lui stesso definiti suoi “amici”, che sono decisivi per gli equilibri della maggioranza.
A sostenere ciò è Francesco Forciniti del Movimento 5 Stelle che pone questa riflessione a margine della conferenza stampa tenuta da Giovanni Dima sabato scorso. “Stupisce in negativo – afferma Forciniti – la naturalezza e il candore con cui Dima ha spiegato tutto ciò ai pochi presenti. Troppo facile e troppo comodo venirci a dire solo adesso, a giochi fatti, dopo aver passato la campagna elettorale a negare il tutto con forza, che questo famoso accordo c’era eccome! In particolare, rispondendo alle domande dei cronisti che gli chiedevano perchè non si fosse palesato durante la campagna elettorale e avesse deciso di non salire sui palchi, Dima – prosegue Forciniti – ha ammesso pubblicamente che la sua presenza fisica, in quanto egli esponente politico, sarebbe stata incompatibile con un progetto di aggregazione civica. Alla luce delle sue recenti rivelazioni viene da chiedere alcune cose a Dima: come mai oggi esce dalle tenebre e rivendica la paternità di tutto ciò? Magicamente l’incompatibili tà è svanita? Il progetto spacciato per civico durante la campagna elettorale non ha più bisogno di essere creduto tale? Perchè non prende atto del fatto che la gente non vuole la sua ingerenza nella vita amministrativa del Comune e non si fa da parte? In democrazia la gente dovrebbe votare in base alle proposte, ai programmi e alle idee dei candidati, e Dima avrebbe dovuto, come tutti gli altri, salire sui palchi e far sapere ai cittadini quali fossero i suoi progetti per la città. La gente avrebbe avuto il diritto di sapere che, in caso di vittoria, Geraci avrebbe dovuto amministrare con la sua ingombrante presenza al suo fianco. Rinunciare a priori a comunicare all’elettorato può significare due cose, entrambe gravi: o il non avere nulla da proporre in termini di azione amministrativa, o l’avere l’interesse a nascondere i propri propositi agli ignari elettori! Il risultato è stato che ora ci ritroviamo con una pericolosa anomalia democratica, frutto delle ambiguità di un Sindaco che di fatto è Sindaco solo a metà, e tutto ciò non può che nuocere ulteriormente alla già martoriata Corigliano, che non può certo prendersi il lusso di dover vivere sulla sua pelle le trattative tra due mezzi Sindaci! Peraltro, nella sede in cui Dima avrebbe finalmente avrebbe potuto dirci di più su quelli che sono gli obiettivi della sua corrente in consiglio, è stato triste sentir parlare, per quasi un’ora su due, delle sue beghe personali con De Magistris, che credo interessino veramente poco ai cittadini coriglianesi, e dei soliti, tristi discorsi sulla “magistratura politicizzata” tanto cari al Pdl. Ce n’è davvero abbastanza per essere scettici, perplessi e anche un po’ arrabbiati, ma noi del MoVimento promettiamo ai cittadini che marcheremo “a uomo” questa amministrazione e vigileremo su ogni atto da essa prodotto”.
Giacinto De Pasquale