Su questo importante, attuale e drammatico tema, basterebbe applicare le normative nazionali ed europee vigenti come si fa in paesi quali: Spagna, Germania, Austria, Francia ecc, che a differenza del nostro ospitano il doppio o il triplo di immigrati, tra l’altro tutti regolari ed assunti con contratti, permettendo loro una dignitosa esistenza.
A Corigliano e dintorni invece la natura irregolare con la quale gli ingressi sono spesso avvenuti hanno fatto sì che per molto tempo le politiche sull’immigrazione fossero considerate come politiche d’emergenza e non parte di un piano programmato di regolamentazione del fenomeno. Non si è mai dedicata particolare attenzione al controllo e alla regolamentazione del fenomeno migratorio, in conseguenza del forte incremento del numero degli immigrati. Il problema è che le istituzioni, le forze politiche né tanto meno la comunità coriglianese non si sono mai spese per quanto riguarda il controllo degli ingressi o del loro stato di sfruttati, tutto è demandato al mondo delle cooperative, alle associazioni cattoliche non profit ”CHARITAS”, alle lodevoli iniziative di sua eccellenza Mons. Santo Marcianò ed al sindacato che insieme cercano di limitarne le devianze, tralasciando però dalla discussione il problema reale: le precarie condizioni dell’economia locale, la mancanza di insediamenti produttivi, industriali ed investimenti che non permettono di accogliere umanamente questo enorme flusso di immigrazione molte volte illegale. Una cosa però è certa, ad avvantaggiarsi di questa situazione paragonabile, sotto molti aspetti, ad una nuova tratta degli schiavi sono in tanti. Evidentemente conviene a tutti non affrontare questo esodo incontrollato di persone, nessuno si chiede quali sono gli effetti negativi o positivi sull’economia del territorio, o le ripercussioni che questo fenomeno ha sulla già precaria situazione occupazionale dei nostri concittadini lavoratori. Queste nostre considerazioni attendono delle risposte non fosse altro che Corigliano non ha alle spalle né una solida tradizione di accoglienza di cittadini stranieri,”A meno che non ci sia un proprio tornaconto” né una florida situazione economica che ne possa garantire una vita quanto meno dignitosa. Su questo fenomeno regna una indifferenza totale, la politica, le istituzioni, la città trovano comodo volgere lo sguardo altrove, quasi a vergognarsene della loro complicità come a volere dire: E’ un problema che non ci tocca, non ci interessa. Il problema si fa più grave quando sono le istituzioni ad assumere atteggiamenti omertosi e protratti nel tempo, così certamente non si rende buon servizio alle leggi dello Stato ed alla legislazione vigente, in poche parole una omertà consenziente che non fa altro che peggiorare e gettare fuoco sulla già precaria convivenza civile tra etnie diverse. Questo fenomeno, accettato da tutti e all’occorrenza rinnegato è oggetto di discussioni ipocrite persino tra gli ombrelloni dei lidi balneari che ho avuto modo di ascoltare direttamente in questi giorni: persone, cosiddette per bene, riconducibili al salotto snob della città che si esprimevano in termini offensivi nei confronti di queste persone, con espressioni del tipo: però puzzano, sono sporchi, sono portatori di malattie, dovrebbero andarsene nei loro paesi. In realtà, però, dopo avere fatto sfoggio della loro falsa solidarietà comprano da questi, le loro mercanzie tipo: Costumi da bagno, cappellini, braccialetti, indumenti e chincaglieria varia, dimenticando magari che qualcuno di questi affitta illegalmente garage o appartamenti ai tanti cosiddetti “vu cumprà”, agli immigrati rumeni, bulgari, polacchi, lituani e cinesi, per poi sfrattarli nei mesi di Luglio- Agosto per fare posto ai già pochi villeggianti che temerariamente decidono di venire da noi.
Cosa bisogna fare: Basterebbe che le istituzioni e gli enti locali studiassero e si uniformassero con le tendenze europee e mettessero in atto per dirne una, la legge N° 40/98 una normativa che assume chiare e definite posizioni sui temi cruciali, del fenomeno migratorio per molto tempo ai margini dell’attenzione legislativa ed a cui la Spagna”per citarne una” a differenza dell’Italia si è adeguata e con ottimi risultati in materia di rimpatrio verso i paesi di origine degli immigrati entrati illegalmente. Oppure rifarsi alle leggi in materia di immigrazione approvate tra la fine degli anni novanta e il 2003 che si focalizzano principalmente sull’utilizzo di 3 strumenti: il controllo delle frontiere, un sistema di quote di ingresso e lavori a contratti con i paesi di origine in occasione della raccolta degli agrumi, delle olive ecc, qualora la manodopera locale non bastasse o per altri motivi.
La Prefettura, la Questura e il Comune facciano rispettare la legge che regola i requisiti per il soggiorno: per esempio un censimento che memorizzi le impronte digitali, o altre tecnologie più affidabili per rendere l’identificazione di una persona ancora più rapida e sicura per combattere gli ingressi illegali di individui che potrebbero turbare l’ordine pubblico. Oppure mettere in atto la convenzione di Schengen o la legge Turco- Napolitano o la legge Bossi – Fini tuttora in vigore che sostituisce ed integra la prima. Si ricordi che la Bossi- Fini è stata voluta e votata da politici locali afferenti al Pdl quando questi erano in Parlamento e che tuttora ricoprono incarichi politici di rilievo. L’altro tema spinoso: gli affitti abusivi, da troppo tempo se ne parla, ma nessuno fa niente, la Polizia Municipale con l’ausilio di altre realtà dovrebbe mettere in atto un monitoraggio ed un serio controllo del territorio, sacrificando i tanti e molte volte inutili appostamenti stradali. Un esempio per tutti: giorno 3 luglio scorso ore 9,30 in un percorso di circa 4 chilometri, tre appostamenti, ciascuno di questi servito da due vigili manco fossimo in uno Stato di polizia. Nonostante tutto vogliamo credere che la nuova amministrazione di concerto con il Comandante ”tra l’altro bravo e competente professionista” e con il supporto del Sindaco che ne detiene la delega, si decidano di applicare le leggi in questa delicata materia, mettano in atto dei progetti mirati a migliorare e rinsaldare la fiducia dei cittadini nei confronti del governo della città e dello stesso corpo della polizia municipale al fine del ritorno di quel clima di serenità e di ordine pubblico compromesso per lo scarso monitoraggio del territorio
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.