Società contadina e violenza sulle donne al centro delle trenta filastrocche in dialetto coriglianese, con Presentazione di Fabio Pistoia.
“Alla donna: fragile come un papavero, forte come una quercia”. È con questa significativa dedica che si apre il nuovo libro dell’insegnante Isabella Freccia, dal titolo “I fìmmini irà lìvi”. Il testo appena pubblicato, con la consueta professionalità dall’Editore Luigi Salerno,
contempla in circa 150 pagine uno spaccato della società di ieri e di oggi, utile per riflettere sui mali del nostro tempo e allo stesso tempo emozionarsi sui veri valori della vita, in primis gli affetti familiari.
Il libro annovera ben trenta filastrocche scritte nel vernacolo locale, tra storia, usi, costumi e cultura, nonché numerose, splendide fotografie a colori, ad iniziare dall’immagine di copertina, raffigurante un paniere immerso nel verde delle piante d’ulivo, all’ultima di copertina, che immortala l’Autrice in una suggestiva posa primaverile, intenta a raccogliere papaveri nelle campagne coriglianesi.
La Presentazione all’opera di Isabella Freccia porta la firma del giornalista Fabio Pistoia: “Dopo i racconti, le filastrocche. Isabella Freccia, con cadenza annuale, ritorna a deliziarci con i suoi scritti, rigorosamente in vernacolo locale. Il dialetto coriglianese, anche questa volta (la terza, dopo i due primi fortunati libri), assurge per consapevole scelta – nell’epoca della globalizzazione e del consumismo, del bombardamento mediatico e dell’europeizzazione tipica dell’epoca contemporanea – quale lingua universale per trasmettere emozioni, suscitare ricordi, invitare alla riflessione. L’Autrice pone al centro delle trenta filastrocche la figura della Donna, evidenziando soprattutto l’insostituibile ruolo da questa ricoperto all’interno della civiltà contadina: madre e moglie infaticabile, lavoratrice indefessa. Una “roccia”, una forza della natura non solo per la sua resistenza fisica, piuttosto per quella corazza umana di valori che le è propria, in aderenza totale ad uno stile di vita sobrio, esemplare ed essenziale. Altro che soggetto debole e poco razionale, incapace di gestire, angelo del focolare, come ci hanno tramandato alcuni stereotipi culturali! Ma, si badi bene, l’opera di Isabella Freccia non è il revival di un mondo che non è più. Trattasi, al contrario, di un libello che definire attuale è a dir poco azzardato. Bandendo il festival dell’ipocrisia sull’universo femminile e le pur importanti ed innegabili conquiste sociali conseguite, con sacrificio e attraverso lotte sociali, per tagliare l’ambito nastro delle pari opportunità, si pone l’accento, di pari passo con l’immagine dell’universo rosa nell’età antica, sulla dilagante emergenza sociale in atto: il “femminicidio”. Ovverosia l’assassinio, oramai frequente, di giovani donne, ad opera di uomini – quasi sempre fidanzati, mariti, ex compagni di vita – che non lesinano barbarie”.
Il libro verrà presentato nel prossimo mese di agosto. A breve, con un successivo comunicato stampa, tutte le informazioni dettagliate sul programma della pubblica iniziativa.
27 Luglio 2013{fcomments}{jcomments off}